Una nostra lettrice, studentessa universitaria in scienze sociali, ci invia una riflessione provocatoria sulla sessualità degli adolescenti e le strumentalizzazioni mediatiche
Vestiti succinti in televisione, corpi dalle movenze sensuali nei clip musicali, riferimenti sessuali nelle pubblicità, nessun filtro sulla rete. Uno scenario al quale ci troviamo confrontati ormai da qualche tempo, e con il quale stiamo imparando a convivere. Il mondo adolescente in particolare è spettatore, e talvolta protagonista, di questa messa in scena del sesso sempre più spettacolare.
I giovani possono trovarsi in effetti molto facilmente a contatto con contenuti sessualmente espliciti, senza peraltro averli per forza cercati. L’utilizzo di internet è la principale causa di questa grande opportunità, o di questo grande rischio, a dipendenza del punto vi vista che si vuole adottare. I mass media tendono a qualificare gli adolescenti d’oggi con l’etichetta di “gioventù bruciata”, denunciando spesso l’utilizzo smisurato dei mezzi elettronici, e la consumazione precoce di materiale sessuale.
Non si può negare che, rispetto alle generazioni precedenti, gli adolescenti di oggi hanno un rapporto molto diverso con la sessualità. Parecchi tabù sono spariti, il pudore ha lasciato spazio alla disinibizione, alla voglia di scoprire se stessi e gli altri. Le informazioni sono molto più accessibili e la comunicazione si è così sviluppata, abbandonando i freni inibitori conosciuti un tempo. Ragazzi e ragazze hanno la possibilità di esplorare il sesso senza timore.
Questo accesso illimitato alle informazioni conferisce una sfrenata libertà, che può spingere i giovani a farne un utilizzo spropositato. Il ritratto che ne traggono i media scandalistici è quello di un’adolescenza che trascorre il suo tempo sulla rete a guardare immagini spinte o clip pornografici, a giocare con videogiochi, ad ascoltare canzoni con testi volgari. La realtà vista attraverso gli occhi dei media sembra non lasciare speranze a questi giovani, immersi e soggiogati dalla logica secondo la quale il sesso vende.
Quest’immagine di una generazione concentrata solo sul sesso non è forse il risultato di uno spauracchio mediatico? Vale la pena magari, provare a togliere gli occhiali che ogni volta ci vengono posti sul naso, e guardare con i nostri occhi ciò che ci sta attorno. È vero che gli adolescenti di oggi sono più facilmente confrontati alla tematica del sesso, e ne sono anche spesso protagonisti. Tuttavia questo non basta per etichettarli come generazione porno.
Non bisogna dimenticare che questa sessualizzazione dello spazio pubblico è accompagnata da un importante sviluppo della prevenzione, e soprattutto dell’informazione nelle scuole, cosa un tempo impensabile. Giovani quindi sì più liberi, ma anche più informati e di conseguenza più critici.
PS: l'autrice della riflessione ha acconsentito alla pubblicazione dell'articolo a patto che le fosse concesso l'anonimato (RED)