Ritratto dell'attrice: Anna che ama i gatti affamati dei vicoli dietro il Ghetto, Anna che legge il copione e intanto dà disposizioni per pulire la casa al Circeo, Anna che scrive a Tennessee Williams
ROMA - Anna che ama i gatti affamati dei vicoli dietro il Ghetto, Anna che si circonda di cani, Anna che legge il copione e intanto dà disposizioni per pulire la casa al Circeo, il suo paradiso terrestre, Anna che scrive a Tennessee Williams che per lei è solo Ten. E poi Totò, Roberto Rossellini, Marlon Brando, Bette Davis, Hollywood, Roma città aperta che fa piangere il mondo e l'Oscar per "La Rosa Tatuata", prima italiana a conquistarlo. Di Anna Magnani (nella foto con Pier Paolo Pasolini), attrice immensa e donna così vera, ancora nel cuore di tutti a 40 anni dalla sua morte, ogni cosa sembra essere nota.
A Roma si ricorda ancora quell'ultima passeggiata per le strade del centro storico tra 20 mila persone che affollarono i suoi funerali nel fine settembre '73 alla Chiesa della Minerva al Pantheon a due passi da Palazzo Altieri dove abitava. E tanto si è indagato sulla sua vita, la carriera dalla rivista degli esordi a quei film capolavoro di Pasolini, Visconti, Rossellini, Fellini quella bellezza, dal palcoscenico mai dimenticato persino alla tv, quel miniciclo di Alfredo Giannetti "Tre Donne" fatto per la Rai.
E altrettanto sulle travagliate storie d'amore, le storiche litigate, le polemiche di una persona in cui la donna e l'attrice sono in un insieme mai scindibile. Eppure "Anna Magnani, la biografia" di Matilde Hochkofler (Bompiani pp. 396 ) sembra offrire nuovi spunti su Nannarella.
E mentre di Anna Magnani si riparla a teatro, per il monologo "Solo Anna" dal testo di Franco D'Alessandro, Roman Nights, interpretato da Lidia Vitale e diretto da Eva Minemar (a Roma a metà novembre all'Uts), il Festival di Roma dedica all'attrice una bella mostra "Ritratto di Anna" realizzata dalla Fondazione Ente dello Spettacolo e il Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale, composta da 45 fotografie provenienti dall'archivio del CSC - Cineteca Nazionale.
Nel racconto della Hochkofler, che si è occupata a più riprese di Anna Magnani e nel 2004 ha curato la Mostra Ciao Anna ai Musei Capitolini di Roma, una grande differenza la fa Luca Magnani. Quel figlio, che ebbe nel '42 dal giovane attore Massimo Serato (che l'abbandonò appena lei rimase incinta) e che a pochi mesi fu colpito dalla poliomelite, di carattere sempre discreto, amatissimo da Anna, aggiunge in corsivo in ogni capitolo i suoi ricordi.
Luca, che porta il cognome della madre, caso raro in Italia di genealogia per linea materna, ha aperto il suo Archivio, ha permesso all'autrice di passare ore nel suo studio e leggere le centinaia di lettere dell'epistolario della Magnani, le montagne di ritagli stampa e quel leggendario baule dei ricordi in cui sono conservati i copioni teatrali, le sceneggiature dei film che ha interpretato e i tanti soggetti mai realizzati.