CRONACA
Affitti “gonfiati" a Chiasso, parla il proprietario: “Non faccio speculazione, mi tutelo però dalla tipologia di inquilini”
Emilio Orelli, titolare dell’immobiliare Tessimo SA di Bedretto, si difende dalle accuse e spiega le motivazioni alla base degli affitti

CHIASSO – “Diciamo che ci sono prezzi di tutti i tipi: ci sono quelli che sono esageratamente bassi e ci sarà anche qualche caso di prezzi fuori mercato” Così si difende Emilio Orelli, proprietario degli stabili a Chiasso. 

 Questa mattina liberatv ha pubblicato un articolo nel quale si denuncia lo stato di degrado e i livelli degli affitti in uno stabile in Via Odescalchi a Chiasso, occupato principalmente da rifugiati e da persone in assistenza (leggi articolo correlato). 
A tempo record si è scatenata una bufera, tanto che sono già due le interrogazioni di politici inoltrate ai municipi di Chiasso e anche Lugano. 

Abbiamo pertanto voluto sentire cosa ne pensa il proprietario degli stabili, che risponde al nome di Emilio Orelli, titolare della Tessimo SA, immobiliare di Bedretto.


Signor Orelli, partiamo da uno dei casi citati nel nostro articolo di stamane: una signora in assistenza che si è vista recapitare un aumento dell’affitto da 700 a 1'100 franchi da un giorno all’altro. Come giustifica questo aumento?

“Da quel che mi risulta è l’unico caso del genere nei palazzi in questione, però guardi che l’appartamento è un 4 locali e mezzo. Adesso non voglio neanche stare qui a contestare i mass media, perché tanto poi alla fine sarò sempre uno contro centomila che leggono! Io non ritengo comunque di fare della speculazione, di certo un investimento non lo si fa per perderci o per beneficienza, e sono io il primo a non volermi spacciare per un benefattore. Non mi sembra proprio che i prezzi siano gonfiati o fuori mercato!”

Dunque secondo lei i prezzi degli affitti dello stabile in Via Odescalchi sono corretti?

“Diciamo che ci sono prezzi di tutti i tipi: ci sono quelli che sono esageratamente bassi e se viene in ufficio glieli faccio vedere, dopodiché ci sarà anche qualche caso di prezzi fuori mercato, ma non bisogna generalizzare, prendere l’eccezione e farla diventare la regola”

Non è quindi una pratica comune quella di alzare gli affitti in presenza di asilanti e/o persone in assistenza?

“Io non ho nulla da nascondere, l’immobiliare è l’investimento più alla luce del sole che esista, come detto ce ne sono fuori mercato sia verso il basso che verso l’alto”

D’accordo, ma quelli “verso l’alto” riguardano solo le categorie di inquilini dove sono previsti gli affitti massimali?

“Evidentemente a memoria non conosco tutti i casi, ma vorrei comunque dire che ce ne sono sia di una categoria che dell’altra anche per questo genere di inquilini, mi sembra che ci sono dei contratti per dei monolocali 1 per 450 franchi o una cosa del genere, occupati da persone in assistenza o da rifugiati.”

Non crede però che gli affitti  “gonfiati”, che in qualche caso come lei ha ammesso esistono, siano un guadagno sulle spalle dei contribuenti ticinesi e svizzeri che, con le imposte, finanziano il pagamento degli affitti per queste persone?

“Prima di tutto sulla procedura di accettazione di un contratto non siamo noi a decidere, c’è una richiesta alla quale noi rispondiamo con una proposta che va a Bellinzona, dove può venire accettata o meno. Non è che giriamo con le pistole a fare firmare contratti negli uffici a Bellinzona.”

Certo, ma se lei fa una proposta che rientra nei limiti massimali previsti per legge sarà difficile che da Bellinzona venga respinta, anche perché non ci sono i mezzi per controllare lo stato di ogni singolo appartamento, no?

“No guardi che in realtà diverse offerte ci sono state rifiutate. Io non conosco la procedura esatta, ad ogni modo la richiesta passa prima da un ufficio comunale e solo dopo va a Bellinzona. Comunque deve tenere a mente che questi inquilini hanno dei profili a rischio, dunque anche noi dobbiamo tutelarci”

A cosa si riferisce? 

“Capita molto spesso che vengano interrotte di punto in bianco le prestazioni assistenziali e noi rimaniamo scoperti da un momento all’altro. Senza poi calcolare in che stato ci ritroviamo i locali, con i costi che ne derivano per sistemarli. Oppure quando un rifugiato viene espatriato, magari te lo comunicano una settimana dopo che è partito, non ci sono i tre mesi di disdetta come di norma per trovare con calma un altro inquilino, e noi ci ritroviamo a zero.”

Sta dunque dicendo che il ritoccare gli affitti verso l’alto è una sorta di autocompensazione per i rischi dovuti alla tipologia di inquilini? Per i danneggiamenti non interviene di norma un’assicurazione?

“Sì, anche perché i casi appena citati sono tanti. La maggior parte dei proprietari infatti non prende questo tipo di inquilini, proprio per i rischi che ne derivano. In un’attività economica bisogna sempre valutare costi e benefici. Per quanto riguarda i danni all’ente locato è vero che gli asilanti hanno l’assicurazione, ma in generale se riusciamo a prendere il 10% è tanto, perché l’assicuratore interviene solo se il danno è stato fatto involontariamente, ma di solito sono fatti intenzionalmente”

Cosa mi può dire invece dello stato di degrado in cui versano gli appartamenti e lo stabile? Sono previsti interventi di miglioria?

“Io li ho comprati solo un anno e mezzo fa e la situazione era già degradata, comunque quegli stabili già solo per la posizione in cui si trovano obbligano quasi a rivolgersi a questo tipo di locatari. Andremo dunque avanti a gestirli in questa maniera, rivolgendoci a una fascia medio bassa e mantenendo lo standard attuale.”

Secondo lei rientra nella fascia medio bassa un appartamento per una famiglia a 1'600 franchi in uno stabile degradato, come riportato nel nostro articolo? 

“Innanzitutto in questo caso si tratta di due appartamenti collegati: un 4 e mezzo e un 1 e mezzo, dunque sei locali abbondanti in tutto (con una sola cucina n.d.r), e poi si tratta di un contratto che abbiamo ereditato, infatti non è firmato da me. Ad ogni modo sì, lo ritengo giustificato.”

Lei è anche municipale a Bedretto, comune che si è espresso duramente contro la possibilità di accogliere i richiedenti l’asilo in valle. Come concilia questa posizione con l’opportunità di lucrare grazie a queste persone affittando loro gli appartamenti a Chiasso?

“Guardi, lei può scrivere quello che vuole, se vuole fare questo collegamento…magari sicuramente non ci crederà, ma assolutamente non c’è nessun nesso, anzi  tendenzialmente io sono sempre stato possibilista sulla questione e ho anche proposto l’attuazione di un piano B, ma sono stato criticato duramente dai miei colleghi di Municipio. Io non sono affatto un’estremista. Ho dovuto però tenere un basso profilo altrimenti la gente mi avrebbe fucilato!”

 

dielle

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