CRONACA
Ciani: gli scarichi fognari alla Rivetta Tell hanno reso i fondali “un deserto senza vita”
Assorbenti da donna, detriti di carta igienica, vassoi, sacchetti e pure due cestini della spazzatura, carrozzine e biciclette. Questo è quanto hanno trovato i sommozzatori dell’Octopus Team durante un sopralluogo

LUGANO – Assorbenti da donna, detriti di carta igienica, vassoi, sacchetti e pure due cestini della spazzatura di proprietà del Comune di Lugano, carrozzine e biciclette. Questo è quanto hanno trovato i sommozzatori dell’Octopus Team durante una perlustrazione dell’area antistante l'entrata del Parco Ciani e nella Rivetta Tell.

L’area, oggetto da diverse settimane di scarichi fognari, è ora “un deserto senza vita per un centinaio di metri”, come lo ha definito il Corriere del Ticino che riporta oggi la notizia, pubblicando anche foto e video del sopralluogo. Una situazione non nuova riconducibile alle forti precipitazioni dell’ultimo periodo e, soprattutto, alla mancata divisione tra acque chiare e scure che intasa la stazione di pompaggio di Piazza Indipendenza. E un problema conosciuto: l’Octopus Team è stato infatti incaricato del sopralluogo dal Consorzio pulizia lago per documentare e valutarne effetti e conseguenze, anche a lungo termine.

Data la situazione descritta dai sub, con la melma e il fango in uscita dallo scarico che rendono l’acqua nei cento primi cento metri torbida e piena di mucillagine – “tanta che si faceva fatica a vedere il compagno che ti nuotava a fianco”, hanno raccontato alcuni dei sub al CdT – i lavori si fanno urgenti. E il Consorzio depurazione acque di Lugano e dintorni ha dichiarato di avere in programma una serie di interventi per risolvere il problema prima che inizi la stagione estiva al vicino Lido.

Ma le promesse non bastano, soprattutto a fronte di un problema già noto. Il consigliere comunale Roberto Badaracco, sempre al CdT, ha espresso tutto il suo disappunto e scandalo per una problematica per cui aveva già inoltrato una interpellanza in cui chiedeva alle autorità che venissero prese misure urgenti a riguardo: “Ma se questa è la situazione significa che nulla è stato fatto e dovrò inoltrare un nuovo atto parlamentare. Non capisco cosa si aspetti, perché è chiaro che così non si può andare avanti, oltretutto è intollerabile che un fatto del genere si verifichi in un punto turisticamente importante per la Città”.

Sulla stessa linea anche il presidente dell’Associazione pescatori della Ceresiana Maurizio Costa che, contattato sempre dal CdT, ha espresso tutta la sua preoccupazione e delusione per questa situazione.

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