Da pochissimo ha aperto a Lugano un nuovo locale notturno, il Clubberry in Via Pelli. “Ma non si tratta di una discoteca, da noi musica live, cabaret e dj sets per un birra in compagnia” ci spiega il titolare
LUGANO – “È sabato sera, che si fa?”. Una domanda che tanti luganesi si pongono ogni settimana, ma che da qualche anno a questa parte offre sempre meno risposte, dopo che molti ritrovi notturni sono stati chiusi in seguito all’inchiesta che ha fatto finire in manette l’imprenditore peruviano Tito Bravo, re della movida sul Ceresio e titolare di diversi locali.
Un “deserto forzato” che, dopo un periodo di assestamento, sembrerebbe ora germogliare a nuova, timida, vita. Nell’ultimo periodo sono infatti diversi i locali nuovi, o che hanno riaperto, sulle sponde del Ceresio.
E recentissima è l’apertura del Clubberry, in Via Pelli 13 (ex Ma Dai): un disco e live music bar aperto dal mercoledì al sabato dalle 21.30 alle 4 del mattino.
Abbiamo raggiunto Dan Harroch, titolare del club, per capire meglio di cosa si tratta.
Ha aperto da poco il suo nuovo locale Clubberry, cosa ci aspetta fra le mura del nuovo ritrovo luganese?
“Si tratta di una scommessa non facile, vista anche la situazione attuale della vita notturna luganese, ma noi ci proveremo e proponiamo, sempre su entrata libera: cabaret, live music e dj sets, di tipo locale, nazionale e internazionale. L’offerta è destinata essenzialmente a un pubblico over 30 e con questo progetto vorremmo sviluppare maggiormente l’aspetto culturale della città, facendo scoprire tanti artisti molto bravi. Anche perché se per i più giovani i divertimenti non mancano, per questa fascia d’età a Lugano c’è davvero pochissimo.”
Non si tratta dunque della classica discoteca?
“No assolutamente, è un locale dove si può anche mangiucchiare qualche snack e soprattutto dove ci si potrà incontrare anche solo per un caffè o una birra, potendo tranquillamente comunicare e parlare senza problemi. Diciamo che potremmo definirlo come un “bar notturno”, come ce ne sono tanti a Zurigo o in altre città, caratterizzato soprattutto dalla musica live, dal cabaret e dai dj sets.”
Di certo una novità come tipologia di locale notturno per Lugano, è ottimista sull’esito dell’inziativa?
“Non è facile, anche perché ormai la gente è scappata da Lugano, soprattutto in direzione dell’Italia dove l’offerta è maggiore e i prezzi inferiori, e va riconquistata ed ‘educata’ a un intrattenimento differente. La colpa della fuga è in primis nostra, e intendo ristoratori e gerenti, che da anni praticano delle politiche dei prezzi assurde. La prima cosa da fare per rilanciare gli esercizi pubblici è proprio abbassare i prezzi, tutti lo possiamo fare e chi accampa scuse come i costi del personale o altro dice soltanto balle, il margine c’è. Se penso che ho pagato in un locale a Lugano una bottiglia di prosecco 130 franchi, o che un heineken che costa meno di un franco viene rivenduta nelle discoteche a 10-12 mi vien da ridere quando sento che non ci sono i margini per abbassare i prezzi…”
Dunque i prezzi al clubberry saranno inferiori?
“Sì, la nostra politica dei prezzi si avvicina di più ai bar che alle discoteche. Di certo i costi di un locale notturno, soprattutto quelli legati ai permessi e alla sicurezza, non permettono di offrire gli stessi prezzi del bar di quartiere, ma da noi si trovano prezzi simili a quelli del bar del centro, che però chiudono alla 1, mentre noi alle 4: per una birra si spendono 7-8 franchi, così come per un prosecco o un amaro. Per tornare sull’esempio della bottiglia proprio del vino spumante, da noi la si può trovare a 50 franchi, e personalmente lo reputo già un prezzo al limite ‘superiore’. Senza contare che ci siamo impegnati anche sul fronte personale…”
A cosa si riferisce?
“Devo ammettere che non è stato per nulla facile, ma alla fine ce l’abbiamo fatta e, a parte forse un dj, tutti i nostri dipendenti sono ticinesi o comunque domiciliati. E siamo soddisfatti da questa situazione.”
Prima parlava della situazione della movida luganese, come vede la Lugano da bere attualmente, dopo lo scandalo legato al Nyx e agli altri locali dell’imprenditore Tito Bravo, finito in manette?
“Gira un’aria abbastanza pesante nell’ambiente dei locali a Lugano: siamo aperti da pochissimo e sabato abbiamo già ricevuto la prima visita della polizia, ma non so chi potrebbe averla chiamata visto che intorno a noi non vive nessuno. I gestori dei locali dovrebbero capire che più siamo e più gente arriva. Molto meglio avere tanti locali tra i quali scegliere, dove la gente possa divertirsi e portare con sé altri clienti. Ad ogni modo lo scandalo ci ha procurato un danno enorme: per due anni Lugano si è pressoché spenta ed è sparita dalle mappe del divertimento, se non per qualche postribolo. Adesso però sembrerebbe che l’aria stia cambiando e sono diversi i locali e i bar nuovi o che stanno riaprendo. Ci vuole più positività e maggiore immaginazione, Lugano è una bellissima città e basterebbe un po’ di immaginazione per proporre cose innovative e interessanti.”
dielle