CRONACA
Sgominata banda di passatori tunisini. Gestiva l'entrata illegale di clandestini da Como al Ticino: tra 500 e 1'000 in pochi mesi
L'operazione "Blu" è scattata ieri sera. Tre tunisini e un minorenne eritreo arrestati tra il Mendrisiotto e Lugano. Ogni profugo pagava tra i 200 e i 500 euro. Il bilancio di Polizia e Guardie di confine

BELLINZONA - Si chiama Operazione Blu quella messa a segno in queste ore dalla Polizia cantonale e dalle Guardie di confine. "Un'operazione inferforze che ha visto la partecipazione anche degli inquirenti comaschi, in particolare della Questura di Como - ha detto il comandante della Polizia Matteo Cocchi -. Abbiamo arrestato quattro passatori, persone che lucrano in maniera meschina sulla sfortuna altrui. Oggi abbiamo dimostrato che non solo la criminalità, ma nemmeno le forze dell'ordine hanno confini. Il clou dell'operazione è scattato ieri in serata".

I "clienti" dei passatori arrestati - tre tunisini residenti in Italia e un 17enne eritreo che ha chiesto asilo in Ticino - erano soprattutto eritrei e intendevano rimanere illegamente in Svizzera, senza dunque chiedere asilo. Molti eritrei non sono infatti interessati a ottenere lo statuto di rifugiato, vogliono andare verso nord o restare clandestinamento nel nostro paese. I quattro arrestati gestivano unicamente il passaggio del confine, e non si occupavano di organizzare l'arrivo dei profughi fino a Como.

Il flusso migratorio è in generale molto aumentato negli ultimi mesi: in giugno sono state contate circa mille entrate illegali. 

Ha quindi preso la parola il comandante delle Guardie, Mauro Antonini. "Siamo chiaramente toccati da un flusso migratorio che parte dal Nord Africa. Attorno a questi flussi ci sono delle organizzazioni criminali che si arricchiscono sulle spalle di queste persone che si trovano in stato di necessità. Questa operazione non ha nulla a che vedere con il contrasto dell'immigrazione clnadestina, ma aveva unicamente lo scopo di contrastare chi lucra sulla pelle di queste persone. Per trovare i soldi per pagarsi questi viaggi alcuni profughi cedono anche i loro organi. L'obiettivo era andare a toccare il problema alla radice. Proprio l'altro giorno la consigliera federale Sommaruga ha detto che la Svizzera vuole collaborare maggiormente con l'Italia per gestire il fenomeno dell'immigrazione. Noi abbiamo già iniziato a collaborare".

Questa operazione, una prima nazionale per le Guardie di confine, ha aggiunto il comandante, "è partita dopo un lungo periodo di analisi, che ci ha consentito di scoprire una situazione particolare che si sviluppava sotto i nostri occhi. Abbiamo scoperto situazioni e modalità di entrata nel territorio molto particolari da parte dell'organizzazione, che usava anche un veicolo staffetta che faceva da apripista ai valichi per verificare che non ci fossero controlli al confine".

Così Antonini ne ha parlato con Cocchi ed in primavera è scattata l'inchiesta che ha evidentemente coinvolto anche il Ministero pubblico.

Per passare il confine, ha spiegato il comandante delle Guardie, i clandestini pagavano a questa organizzazione tra i 200 e i 500 euro. Lo spostamento da Milano/Como al Ticino veniva gestito dai tunisini. Il primo punto di arrivo era la stazione di Balerna, da dove poi i profughi proseguivano il viaggio fino a Lugano e oltre, e venivano smistati su strada o ferrovia a dipendenza della situazione.

"Questa organizzazione - ha aggiunto Cocchi - operava da mesi e ha introdotto illegalmente in Svizzera diverse centinaia di persone, stimiamo tra le 500 e le 1'000. I fermi sono stati effettuati nel Mendrisiotto, e alla stazione di Lugano dove è stato arrestato il minorenne eritreo. Abbiamo anche interrogato alcuni clandestini per capire meglio il funzionamento dell'organizzazione".

La cosa importante era bloccare le persone in flagranza di reato, ha precisato Antonini. "Perchè non siamo intervenuti prima? Per poter disporre di un quadro chiaro della situazione. Ora potremo lavorare meglio a livello di inchiesta".

emmebi

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