Il presidente della protezione animali di Lugano si esprime sulla triste vicenda del cane tornato a casa moribondo dopo un soggiorno in pensione e poi soppresso: "Ecco quali sono le nostre regole in caso di emergenza"
LUGANO - Ha fatto scalpore la vicenda del cane Tyrone, un dogo argentino di 4 anni, soppresso a causa di alcune gravi patologie riscontrate dopo un soggiorno di 10 giorni nella pensione Alle Rive di Villa Luganese. Il racconto al Caffé fatto dalla proprietaria dell'animale ha commosso molti lettori. "Mi chiami per qualsiasi cosa, ho detto ai responsabili. Se non mangia, se si lecca per lo stress, se non sta bene. E siccome ha la pelle delicata ho preferito consegnare il cibo che solitamente mangia a casa, proprio per evitare dermatiti. Mi sono raccomandata, ho lasciato i numeri di telefono. Perché non mi hanno avvisata che stava male?", ha dichiarato al domenicale la signora Jennifer Pagani (leggi articolo correlato).
"Il cane mangiava e non mi sembrava che stesse così male", ha ribattuto Anton Uhle del canile Alle Rive ."Mangiava poco - ha aggiunto - ma era la razione che mi avevano consegnato loro. E non è vero che non l'ho mai portato fuori. Ma si vedeva che era stressato, soprattutto non era abituato a stare con altri cani in un altro ambiente". Fatto sta che, secondo quanto riferito dalla signora Pagani, dopo il soggiorno il cane è dimagrito di 12 chili e gli è stata riscontrata una dermatite, una borsite e un'insufficienza renale. Tanto che, come detto, il veterinario non ha potuto far altro che sopprimerlo. Del caso ora si occuperà la giustizia: la signora Pagani ha infatti annunciato di voler adire le vie legali. In attesa di sviluppi, abbiamo raccolta l'opinione del presidente dell'Associazione animali di Lugano Pierre Rusconi
Rusconi, che idea si è fatto della vicenda?
"Premetto che per potersi esprimere compiutamente bisognerebbe conoscere bene i fatti e sentire le due campane. Detto questo, sulle scorta di quello che ho letto, è chiaro che qualcosa non ha funzionato. Partiamo da un punto fondamentale: siamo in un contesto professionale. Il cliente paga e quindi il minimo che può pretendere è che il cane venga seguito per bene e con il massimo della professionalità. E un professionista dovrebbe saper cogliere i cambiamenti che mostra un'animale, sia da un profilo fisico che caratteriale. Il passaggio che non mi spiego di questa storia è come mai il responsabile della pensione non abbia avvisato la proprietaria del cane del deterioramento dello stato di salute dell'animale. Questo non è accettabile, se così sono andate davvero le cose. E da questo punto di vista mi sembra che l'intenzione della signora Pagani di rivolgersi a un avvocato sia la strada migliore: serve chiarezza e serve una spiegazione sulla morte di questo cane. Lei ha tutto il diritto di conoscere la verità. Anche a tutela di tutti gli altri canili e le altre pensioni che svolgono un lavoro egregio".
Nella vostra pensione di Taverne come vi comportate?
"La nostra prassi è questa: quando qualcuno vuole lasciare il cane chiediamo preventivamente il libretto delle vaccinazioni, il numero di telefono dove raggiungere il proprietario, un numero di riserva di una persona vicina in caso il padrone sia in vacanza in luoghi lontani e il nome del veterinario. Se succede qualcosa si cerca immediatamente il contatto con il proprietario o il suo "sostituto" e con il veterinario. Se poi non risponde nessuno c'è il nostro veterinario in servizio 24 ore su 24. È chiaro che gli animali possono morire anche durante il soggiorno in una pensione. Non è un fatto impossibile, è capitato anche a noi. Gli standard che ho appena elencato però sono a mio avviso il minimo che si deve garantire in una struttura professionale".
Che consigli si sente di dare a chi deve lasciare il cane in una pensione per andare in vacanza?
"Se si vuole lasciare un cane per un periodo medio lungo, diciamo dalle due settimane in su, ci sono alcuni accorgimenti. Anche perché per un cane questo tempo è una vita e come esperienza è sicuramente uno stress non da poco, almeno la prima volta. Possono avere l'idea di essere stati abbandonati e dunque manifestare comportamenti di disagio anche gravi. Il cane è molto legato al suo ambiente. Il consiglio principale è quello di andare vedere il posto prima delle vacanze in compagnia dell'animale e, se possibile, lasciarlo anche un paio di giorni in modo che cominci ad ambietarsi. Un altro consiglio è quello di dare più informazioni possibili sul comportamento del proprio cane: beve tanto o beve poco, mangia tanto o mangia poco, quanto dorme, eccetera... ".
Infine, una domanda su un'altra questione sollevata dalla signora Pagani: ha raccontato che diverse pensioni si sono rifiutate di accogliere il suo cane perché è un dogo. Esiste questo problema delle razze?
"Parlo per noi e noi non ce l'abbiamo. Il nostro centro è dotato di box singoli oppure doppi. Anche perché ci sono persone che hanno più di un cane o un gatto e separare due animali abituati a vivere insieme può essere ancora più stressante per loro. Poi ci sono i cani più socevoli che possono tranquillamente condivedere gli spazi anche con i trovatelli. Anzi, si divertono di più. In ogni caso, il punto fondamentale è che gli animali vengano fatti uscire dai box durante la giornata. Da noi questo accade minimo due volte al giorno".
Red