Trend confermato anche dalla Polizia cantonale, che registra le prime segnalazioni e raccomanda: “Non pagate mai!”. Ecco il racconto di una delle vittime ‘nostrane’ della disavventura osé
BELLINZONA – Il fenomeno della chat osé che si trasforma in un ricatto è ormai ben noto: a cascarci sono soprattutto uomini, spesso adulti. E il raggiro sexy comincia a mietere le prime vittime anche in Ticino, come conferma oggi al Corriere del Ticino Renato Pizolli, responsabile del Servizio comunicazione e media della Cantonale.
E sempre sul CdT, si legge anche la testimonianza di una delle vittime ‘nostrane’ che proprio al social da cui tutto ebbe inizio – quale se non Facebook? – ha affidato il racconto della sua disavventura. Il meccanismo è noto: una bella ragazza, dal nome francese, lo aggiunge agli amici per poi chiedere “di approfondire la questione in Skype”.
Ed è quando si passa alla videochat, che scatta la trappola. La donna, racconta la vittima, comincia a spogliarsi e a toccarsi. “Continuava a insistere che era il mio turno. Inizialmente ero abbastanza imbarazzato”. Ma vista l’insistenza, la timidezza sparisce e il giovane accetta l’invito e si spoglia.
“Tempo 30 secondi e si è spenta la connessione e questa tipa mi chiede 300 Euro dicendomi che aveva registrato il video”. Con la minaccia, ovviamente, di caricarlo in rete se il ragazzo non avesse pagato la somma richiesta.
“Io le ho detto va bene per prendere tempo e che domani le avrei dato tutto quello che voleva. Ok, sono uno stupido (la parola utilizzata dal ragazzo, specifica il CdT, in realtà, è un’altra), ma volevo vedere voi al mio posto...”
E come il giovane infatti, molti altri cadono nella trappola del videoricatto. Fondamentale però, come sottolinea Pizolli al CdT, è non cedere: “Non bisogna assolutamente dare seguito alla richiesta. Il pagamento non garantisce che il materiale compromettente venga distrutto. Anzi. L’autore della truffa spesso sfrutta infatti la sua posizione per chiedere altri soldi alla vittima”.
Un meccanismo, questo dei ricatti osé, ben spiegato anche nel sito della Polizia cantonale. Visitando la pagina ‘Prevenzione’ è possibile infatti, come invita a fare Pizolli, ottenere informazioni su queste truffe e consigli su come evitarle e come comportarsi una volta che ci si è cascati.