La procura ticinese ha deciso di ritirare i decreti di accusa, fra cui diffamazione e violazione di domicilio, emessi ad aprile nei confronti di Alessandro Mecatti, Giorgio Fonio e Pier Luigi Sala (OCST) e di Rolando Lepori (UNIA)
STABIO – Si va verso il decreto di abbandono per i quattro sindacalisti coinvolti nella vertenza con la ditta Mes di Stabio. Come riporta il Corriere del Ticino, il procuratore pubblico Arturo Garzoni decreterà a breve l’assoluzione di Alessandro Mecatti, Giorgio Fonio e Pier Luigi Sala (OCST) e di Rolando Lepori (UNIA) “non essendo adempiuti gli elementi costitutivi” del reato.
Marcia indietro che arriva a seguito dell’opposizione presentata dai legali dei quattro dopo che il procuratore Garzoni, lo scorso aprile, aveva emanato altrettanti decreti d’accusa nei loro confronti. Durissima fu la reazione, raccolta da Liberatv (vedi suggeriti), di uno degli interessati. Giorgio Fonio parlò infatti in quell’occasione di una “decisione grave che deve preoccupare”.
“Quello che come sindacato reputiamo grave è che siamo condannati nello svolgimento delle nostre funzioni di sindacalisti. Qui stiamo parlando di aziende rilevate da imprenditori italiani che poi disdicono i contratti collettivi, peggiorano le condizioni salariali e denunciano chi cerca di opporsi a questo modo di fare impresa. Così si mettono in pericolo quello che sono i diritti dei lavoratori. Se è questa la direzione che si vuole prendere per il Cantone, ci sarà seriamente da preoccuparsi”, aggiungeva il segretario OCST per il Mendrisiotto, annunciando poi la decisione di dar battaglia alla sentenza.
La vertenza fra la ditta di Stabio e i sindacati scattò quando, nell’autunno 2013, la Mes decise di stralciare il contratto collettivo e far saltare il tavolo delle trattative. Fonio e Sala, in seguito si erano recati all’interno del sedime dell’azienda per prendere visione di un comunicato della direzione ai dipendenti appeso all’albo, in cui venivano comunicate le nuove misure, di peggioramento, delle condizioni dei lavoratori. Azione che, l’aprile scorso appunto, valse loro l’accusa di violazione di domicilio e violazione della sfera segreta o privata mediante apparecchi di presa di immagine. Mentre ora, come scrive Garzoni, l’abbondono del procedimento è motivato dal fatto che “non sono adempiuti i presupposti soggettivi dei reati prospettati”.
Per quanto riguarda invece i segretari regionali dei due sindacati, l’accusa di diffamazione a carico di Lepori e Mecatti era dovuta alla diffusione di un volantino alle maestranze in cui, facendo riferimento al comunicato della direzione della Mes, i due denunciavano la “bieca manovra di neutralizzazione di importanti diritti sindacali” in corso. Anche qui, come detto, l’assoluzione sarà prossima “non essendo adempiuti gli elementi costitutivi”.