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Cronaca
16.04.2015 - 08:430
Aggiornamento: 03.10.2018 - 16:25

Si rifiuta di lavorare gratis, licenziato in tronco. Unia sul piede di guerra contro Casram e Swissmem

Il sindacato denuncia lo “scandaloso licenziamento di un dipendente, per di più residente”, della ditta di Mezzovico, che ha di recente introdotto una deroga che obbliga il personale a lavorare 5 ore in più non retribuite alla settimana

MEZZOVICO – Ti rifiuti di lavorare gratis? Sei licenziato. È quando avviene alla Casram secondo Unia che con un comunicato stampa odierno denuncia lo “scandaloso e inaccettabile licenziamento di un dipendente, per di più residente”, della ditta di Mezzovico. Licenziamento che, chiarisce subito il sindacato dichiarando battaglia alla decisione della dirigenza, “è stato prontamente contestato e se il lavoratore non sarà reintegrato con effetto immediato il caso sarà portato davanti ai tribunali per ottenere giustizia”.

La ditta, spiega Unia, ha di recente introdotto una deroga alle disposizioni del contratto nazionale di lavoro che di fatto obbliga il personale a svolgere 45 ore alla settimana, 5 in più e gratuite, rispetto alle 40 ore previste dal CCL. Un accordo, aggiunge, “tra l’altro mai sottoscritto dalla Commissione d’azienda, ma accettato da una votazione assembleare vinta con pochi voti perché organizzata dalla direzione dell’azienda per far cambiare idea ai dipendenti che in prima battuta avevano respinto il principio del lavoro gratuito. Principio contestato in modo particolare dal personale di produzione”.

Ma, contesta ancora Unia, “forte di questa decisione-imposizione, la direzione non dà possibilità di scelta ai lavoratori: “o lavori 5 ore gratuite o prenderemo provvedimenti: ti licenzieremo”.

Proprio quanto successo al dipendente di cui Unia denuncia il caso: l’uomo si è rifiutato di svolgere le 5 ore gratuite, ma ha continuato a rispettare il suo contratto di lavoro che prevede 40 ore settimanali. Ebbene, “la fine del rapporto di lavoro, è stata pronunciata dall’azienda con effetto immediato e questo dopo aver consultato Swissmem, l’associazione di categoria che ha consigliato in tal senso l’azienda. Un atteggiamento irresponsabile da parte dell’azienda e di Swissmem che il sindacato Unia condanna con fermezza”.

Per il sindacato il ruolo giocato da Swissmem è infatti inaccettabile e anzi porta il sindacato a prender atto che per l’associazione di categoria “non conta più la salvaguardia dei posti di lavoro come enunciato, ma preferisce per evidenti ragioni politiche far punire e colpevolizzare con il licenziamento i lavoratori che rivendicano i loro diritti contrattuali”.

Un atteggiamento “in aperta violazione con il principio contrattuale della pace del lavoro e che apre perciò un nuovo capitolo nell’attacco frontale portato dalle associazioni padronali di categoria e dalle aziende ai diritti dei lavoratori ed ai contenuti del CCL. Un atteggiamento di aggressione verso i lavoratori che cambia i rapporti industriali tra sindacato e Swissmem in Ticino e del quale Unia prende atto ed agirà di conseguenza”.

“Chiedere sacrifici ai dipendenti senza necessità dimostrabili e la conseguente pressione o repressione allorquando i lavoratori non accettano, è diventata un’attitudine ormai fatta propria da troppe aziende che Unia non tollera ed alla quale reagirà di conseguenza”, conclude il sindacato.

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