CRONACA
Valascia, nel cielo di Ambrì torna il sereno: avanti con Botta. Paga un gruppo di finanziatori. Lombardi: "I nomi li diremo a bocce ferme"
Nota positiva dopo l'incontro di ieri sera. Il presidente: "Ringrazio gli architetti"

AMBRÌ – Sono settimane decisive non solo per la procedura burocratica legata alla nuova Valascia, ma anche e soprattutto per il futuro dell’Hockey Club Ambrì Piotta e la sua permanenza in serie A. E sembra che il cielo sopra Ambrì si stia rasserenando dopo il “conflitto” scoppiato in seguito al mandato diretto di progettazione attribuito all’architetto Mario Botta. Mandato che viene confermato, e che sarà pagato da un gruppo di investitori privati vicini al Club.

La nota di HCAP e Valascia Immobiliare

Dopo l’incontro di ieri sera con la CAT - Conferenza delle Associazioni Tecniche del Ticino (rappresentante anche le associazioni di categoria degli architetti, in particolare SIA, OTIA e FAS) - la Valascia Immobiliare e l’HCAP hanno diramato oggi  una nota che stampa sottolineando i seguenti punti:

“Prendono atto che la Lega Nazionale di hockey ha respinto la richiesta da loro inoltrata insieme alla SIA (Società svizzera degli Ingegneri Architetti) per una ulteriore proroga di un anno dei termini vincolanti imposti dal Regolamento infrastrutture per la progettazione e realizzazione di un nuovo stadio ad Ambrì.

“Si vedono pertanto costrette – mancando il tempo e le condizioni tecniche per una procedura di concorso – a proseguire sulla via indicata lo scorso gennaio allo scopo di poter inoltrare la domanda di costruzione entro l’estate.

“Accettano pertanto l’offerta di un gruppo di persone private, disposte a finanziare in proprio e fino all'inoltro di tale domanda un progetto elaborato dall’architetto Mario Botta quale sviluppo dello studio di fattibilità architettonico-paesaggistico a lui richiesto dal Comune di Quinto lo scorso anno.

“Richiamano le circostanze particolari che hanno portato a questo passo obbligato, che non vuol costituire in alcun modo un precedente per altre opere nell'ambito delle commesse pubbliche.

“Sottolineano d’altro canto che tutte le autorità che si sono sin qui pronunciate hanno riconosciuto la legalità della procedura seguita, decurtando peraltro dal contributo di delocalizzazione concesso la parte destinata alla progettazione.

“Riconoscono comunque la validità e l’importanza dello strumento del concorso d’architettura per opere pubbliche e comprendono le obiezioni delle associazioni di categoria di fronte alla situazione eccezionale venutasi a creare.

“In tal senso confermano la loro volontà di mettere a concorso le rimanenti prestazioni di progetto, direzione lavori e realizzazione del nuovo stadio;
ritengono infine di aver fatto tutto il possibile per garantire la tempestiva realizzazione di un'opera importante per l'intera regione e indispensabile per la sopravvivenza dell'HCAP”.

L’Ambrì tra l’incudine e il martello

Insomma, si va verso un accordo tra le parti e, da parte sua, la CAT, pur mantenendo la sua contrarietà di principio sulla procedura seguita dovrebbe rinunciare a ulteriori ricorsi, che condannerebbero l’HCAP a una inevitabile retrocessione.

Questo perché se in luglio il club leventinese non sarà in grado di dimostrare di essere in grado di disporre del nuovo stadio nel settembre del 2018, la Lega nazionale imporrà una ristrutturazione dell’attuale Valascia che sarà impossibile da realizzare in quanto vietata dal supposto rischio valangario, trovandosi la pista nella cosiddetta “zona rossa”.

Insomma, l’HCAP si trova tra l’incudine e il martello e, se la procedura non si sbloccherà a brevissimo finirà letteralmente schiacciato, vittima di una situazione rocambolesca. Il rischio concreto è una retrocessione tecnica. Ma a quel punto il club non riuscirà più a risalire in A perché non troverà finanziatori disposti a investire nella nuova pista. Potrà continuare a giocare nell’attuale stadio, che soddisfa le condizioni poste per le squadre di B, ma non risolverà comunque il problema del rischio valanghe.

I costi del progetto

La nuova Valascia dovrebbe costare circa 45 milioni (esclusa la progettazione, che sarà finanziata da privati, e il terreno, che il Comune di Quinto mette gratuitamente a disposizione). La quota del Cantone, attraverso le varie forme di sussidi e contributi previsti, dovrebbe assestarsi attorno ai 15 milioni, se arriveranno i 6 supplementari prospettati. Il resto andrà finanziato con capitali privati. Non si tratterà di una semplice pista di ghiaccio, ma di una struttura multifunzionale che comprende anche l’Accademia sportiva e che dovrebbe generare ricavi annui tra i tre e i quattro milioni, necessari a remunerare il capitale investito.

Filippo Lombardi: “Ringrazio gli architetti”

“Se tutto procederà senza ulteriori intoppi, come spero – commenta il presidente, Filippo Lombardi –, dovremo dimostrare la sostenibilità finanziaria del progetto e trovare i finanziatori. Il calendario resta identico e vincolante: entro il prossimo luglio dovremo presentare la domanda di costruzione per poter iniziare i lavori nella primavera del 2016 e terminare la nuova Valascia nell’estate del 2018, così da poter disporre della pista in settembre, a inizio campionato. Sono grato all’Associazione degli architetti di aver riconosciuto che o si fa così o non si farà più nulla”.

Ma chi pagherà la parcella di Mario Botta?

“Per ora non lo posso dire – conclude Lombardi -. Garantisco però che non ci sarà mistero sui nomi dei finanziatori e agiremo in modo trasparente. Ma comunicheremo i nomi solo a bocce ferme”.

Lombardi non si sbilancia nemmeno sulla somma, che ancora non è definitivamente stabilita. L’unica cosa certa è che Governo e Parlamento, in seguito alla scelta di incaricare Botta, avevano stralciato dal contributo di delocalizzazione della Valascia un milione e 200'000 franchi. È quindi presumibile che il costo di progettazione sarà di quell’ordine.

emmebi

 

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