A una manciata di giorni dal nuovo tentativo di Guinnes, conosciamo meglio il già campione del Mondo di Extreme Hand Stand. “Come ho cominciato? Farà ridere, ma avevo 9 anni, ero sul divano, mia mamma doveva passare l’aspirapolvere e…”
AMBRÌ – A tre mesi dal successo ottenuto in Cina, Kevin Delcò ci riprova: sabato prossimo, 20 giugno, tenterà di bissare la sua presenza nel Guinnes World Record scendendo, rigorosamente sulle mani, la scalinata della funicolare del Ritom, la più ripida d’Europa con il suo 87% di pendenza. Obbiettivo: 80 scalini nel minor tempo possibile, “ma se riesco arrivo anche fino a 100”, commenta l’handstander.
Il tentativo di record si svolgerà durante “Life&Sport”, una giornata all’insegna della promozione dello sport fra i giovani e di artisti, aziende e prodotti ticinesi, organizzata da Delcò e dall’Associazione Swiss Parkour. Dalle 9 del mattino fino alle 18, nel piazzale di partenza della funicolare ad Ambrì si alterneranno spettacoli, musica, intrattenimento, bancarelle, degustazioni, senza dimenticare, ovviamente, lo sport con esibizioni, dimostrazioni e lezioni prova di varie discipline: Bike Trial, Parkour, arrampicata, danza orientale, cheerleading, tiro con l’ascia… solo per citarne alcune. La festa continuerà poi fino all’1 di notte con l’End School Party che chiuderà l’evento. “L’entrata è libera e spero di vedere davvero tanti giovani con noi ad Ambrì”, commenta Delcò lanciando un appello ai coetanei e non solo. (Per maggiori dettagli sull’evento: Life&Sport / End School Party)
E attorno alle 19 sarà la volta del già campione del Mondo che tenterà di firmare una seconda pagina del Guinnes dei Primati registrando un nuovo record in Extreme Hand Stand, disciplina che lo vede impegnato, accanto al parkour, da anni.
Classe ’90, di Bellinzona, fotografo di professione con la passione per il cinema che traduce nei videoclip che realizza, ha fatto dell’amore per questo sport un secondo mestiere, insegnando parkour nella sua scuola recentemente aperta a Gorduno, racconta.
Delcò si cimenta da diversi anni in sport estremi. Il Guinnes è un obbiettivo che persegue da tempo e per ottenerlo si allena ‘sul campo’: “Cammino sulle mani, ovunque”, ci dice e non è infatti raro, come mostrano le spettacolari foto, trovarlo a testa in giù sui castelli di Bellinzona. Fondamentali sono poi anche il fiato, allenato con la corsa e il parkour, “e una alimentazione sana”.
Ma come è arrivato a questa insolita disciplina, l’hand standing? “Farà ridere – risponde –, ma tutto è nato quando avevo nove anni: mentre mia mamma faceva le pulizie, me ne stavo sul divano e mi chiedeva di tirar su i piedi per passare l’aspirapolvere. Capitava spesso, finché un giorno ho deciso che non appena l’avessi vista arrivare mi sarei fatto trovare direttamente a testa in giù. Da quel momento ho cominciato a stare in stand ovunque potessi, in maniera istintiva senza nemmeno sapere potesse essere uno sport”.
Approccio simile, racconta ancora, è stato anche quello con il parkour, la sua disciplina base, che pratica da quando aveva 14 anni. “Non era ancora conosciuto da noi, era considerato una ‘ginnastica da strada’. Solo qualche anno più tardi è arrivato dalla Francia come disciplina vera e propria e ho cominciato a praticarla più seriamente”.
Nato attorno agli inizi degli anni Novanta, spiega Delcò, il parkour è una disciplina metropolitana non competitiva. “È una sfida personale. Si tratta in sostanza di percorrere un determinato tragitto nel minor tempo possibile e nel modo più efficace”. Corsa, salto, ‘arrampicata’, qualunque tecnica, ad eccezione dei mortali, permetta di portare a termine l’obbiettivo è ammessa. “È uno sport in cui impari a muoverti in base alle tue capacità, non a caso è anche chiamato “arte dei movimenti”. Tutti, potenzialmente, possono quindi praticarlo”.
Dopo anni di chilometri macinati sulle mani, ricorda ancora, “verso i 18 anni mi sono imposto l’obbiettivo di realizzare un Guinnes”. Obbiettivo centrato l’aprile scorso in Cina, durante la performance, trasmessa anche da “Lo show dei record”, in cui ha sceso 50 scalini in 14 secondi.
Come è stato raggiungere finalmente il traguardo che si era posto, chiediamo. “La soddisfazione personale ovviamente c’è. Ma quello che è cambiato è l’atteggiamento della gente: prima molte persone erano scettiche e ho ricevuto anche commenti non molto positivi. Anche se a volte è mancato il sostegno però, io sono andato avanti comunque”.