Dai funzionari giustiziati a cannonate o con lanciafiamme per essersi addormentati o aver criticato la politica forestale... alla condanna a morte del progettista dell'aeroporto di Pyongyang che ha "tradito la bellezza"
PYONGYANG - Atrocità, violenze, leggi demenziali, omicidi, condanne a morte, esecuzioni sommarie e plateali. In una parola: follia. E il folle, il demente - che invece di regnare sul trono della Corea del nord dovrebbe starsene in gabbia in un manicomio criminale -, è in questo caso un “leader maximo”.
Il più giovane capo di Stato del mondo: Kim Jong-un, che l’8 gennaio compirà 33 anni e che per il suo compleanno si è “regalato” un test nucleare per minacciare gli Stati Uniti e tutti i nemici della Repubblica Popolare Democratica di Corea.
Su quel trono, il giovane folle - che per l’espressione ebete ricorda “il dittatore dello stato libero di Bananas” di Woody Allen, per le sue imprese sanguinarie i peggiori dittatori della storia, e per le sue follie l’imperatore Nerone – siede dal 18 dicembre 2011, giorno successivo alla morte di suo padre. Oltre a quello di presidentissimo, detiene i seguenti titoli: Segretario del Partito del Lavoro di Corea, Presidente della Commissione di Difesa Nazionale, Presidente della Commissione militare centrale e Comandante Supremo dell'Armata Popolare Coreana.
In Occidente le sue follie sono state accolte finora più con (quasi divertito) stupore che con orrore. Anche perché le notizie che trapelano dalla cortina coreana sono sempre difficili da verificare: fatto sta che il dittatore di Pyongyang ha messo in atto atrocità che superano di gran lunga qualsiasi fantasia.
Per esempio… La Corea del Nord ha ordinato agli studenti maschi di tagliare i capelli come il leader supremo. Esistono 28 acconciature approvate dal governo per uomini e donne. In uno show televisivo di stato la popolazione è stata avvertita che i capelli lunghi danneggiano l'intelligenza consumando l'energia del cervello. I profughi hanno denunciato il divieto, da parte del dittatore, di portare abiti con scritte in inglese e, per le donne, di indossare i pantaloni, se non da lavoro.
Dopo che la Corea del Nord ha annunciato l'esecuzione dello zio e tutore del leader supremo e dei suoi ufficiali, il giornale di Hong Kong Wen Wei Po ha riportato nei dettagli il metodo particolarmente brutale: lo zio e i suoi cinque aiutanti sono stati spogliati nudi e sono stati sbranati da 120 cani affamati per cinque giorni. Sembra che questa sia una bufala, ma qualunque sia stato il metodo adottato, Kim ha comunque giustiziato suo zio nel dicembre del 2012. Era il più alto fra i suoi funzionari.
In ogni caso l’esecuzione del tutore segnò una svolta nella leadership del regime: era l’unica persona in grado di porre un freno all’azione di Kim Jong-un. La vendetta nei confronti di Chang era però solo all’inizio: entro il gennaio 2014 l’intera famiglia del “traditore”, tre generazioni di uomini, donne, anziani e bambini, alcuni con cariche istituzionali (per esempio ambasciatori a Cuba e Indonesia), è stata sterminata.
Kim Jong Un ha anche giustiziato la sua ex-fidanzata, insieme al suo gruppo musicale, accusandoli di aver girato un video pornografico. Nel settembre 2013, il giornale Chosun Ilbo della Corea del Sud ha riferito che decine di cantanti, tra cui la presunta ex amante di Kim, la pop star Hyon Song Wol, sono stati giustiziati con l'accusa di pornografia. Ma la Corea del Nord ha smentito: quei gruppi pop hanno solo cessato di apparire in pubblico.
Nell’aprile del 2014 il quotidiano Chosun Ilbo della Corea del Sud ha scritto che un alto funzionario militare è stato bruciato vivo con i lanciafiamme. Lo stesso giornale ha riportato che nel 2012 un funzionario militare, trovato ubriaco durante il periodo di lutto per il padre del dittatore, è stato condannato a morte e ucciso con colpo di mortaio. Kim aveva ordinato che non restasse "nessuna traccia di lui, capelli compresi". Sembra però che le storie legate alle purghe selvagge vengano spesso esagerate per intimidire gli altri funzionari militari.
Kim Jong ha pure rapito un famoso regista per rilanciare l'industria cinematografica della Corea del Nord. Cosa che ha fatto per otto anni, fino alla fuga, producendo anche una versione nordcoreana di Godzilla.
Al di là del fatto che queste storie siano completamente vere, il regime dittatoriale di Pyongyang continua a macchiarsi di orrori inaccettabili. E il mondo tollera che un pazzo del genere compia impunemente i suoi delitti.
Andiamo avanti: il ministro della difesa e capo delle Forze armate del regime, Hyon Yong chol, è stato giustiziato dal plotone d'esecuzione con armi pesanti antiaereo per "Slealtà e mancanza di rispetto”. Si era appisolato durante una riunione militare e non aveva eseguito a dovere le istruzioni del leader Kim Jong Un.
Secondo testimonianze raccolte dal Comitato americano per i diritti umani in Corea del Nord, una donna è stata arrestata e selvaggiamente picchiata per aver osato cantare, nella sua casa, una canzone sud-coreana: “Reato contro lo Stato”.
Data la costante penuria di cibo, il regime ha deciso che tutti i ladri di riso vengano condannati a morte. Nei campi di prigionia gli orrori sono all'ordine del giorno: una bambina, scoperta con qualche seme di grano in tasca, è stata picchiata a sangue fino alla morte.
Il regime nord-coreano non si limita a punire il singolo. Viene condannata tutta la famiglia: genitori, nonni, figli. Tutti vengono spediti in campi di "rieducazione" condannati ai lavori forzati e a una vita di stenti.
Nell’agosto del 2015 il dittatore della Corea del Nord avrebbe fatto giustiziare un altro degli esponenti più alti del Paese, il vicepremier Choe Yong Gon. Choe, 64 anni, aveva assunto l'incarico di vicepremier a giugno 2014 sarebbe stato ucciso da un plotone d'esecuzione in maggio - un mese dopo la presunta esecuzione del ministro della Difesa Hyon Hyong Chol - per aver criticato le politiche forestali di Kim Jong-un.
I servizi segreti della Corea del Sud stimano che solo nella prima metà dello scorso anno 15 persone siano state uccise per ordine del dittatore, e altre centinaia siano morte negli anni precedenti. Tra le ultime vittime ci sarebbero anche una decina di funzionari di partito rei di aver guardato una soap opera sudcoreana.
Per chiudere questa parata di orrori, Kim Jong-Un ha accusato l'architetto Ma Won Chun, progettista del nuovo aeropoero, di esser un uomo corrotto. In realtà, era insoddisfatto del lavoro di Ma Won Chun e l’ha fatto giustiziare nel novembre del 2014, durante le 'grandi purghe' del regime.
“I progettisti – hanno detto fonti vicine al regime - non hanno tenuto a mente l’idea della bellezza architettonica che è la vita e l’anima e il cuore per preservare il carattere e l’identità nazionale. Ora è necessario terminare la costruzione del terminal che deve essere l’icona della Corea, il volto del Paese e la porta d’ingresso a Pyongyang".
Red