CRONACA
Novazzano: auto rubate, armi e marijuana in officina. Dietro il blitz della polizia un'operazione internazionale. I carrozzieri ticinesi: "Ci distanziamo"
Il titolare, un 63enne italiano, è stato denunciato per i reati di furto subordinatamente ricettazione, infrazione alla Legge federale sulle armi, infrazione alla Legge federale sugli stupefacenti e per infrazione alla Legge doganale
NOVAZZANO - Il Ministero Pubblico, la Polizia Cantonale, le Guardie di confine e le polizie comunali di Chiasso e Mendrisio informano che ieri sono intervenuti in un'autofficina di Novazzano. L'intervento ha avuto origine dalla richiesta, via rogatoria, dell'autorità giudiziaria italiana nell'ambito di un traffico internazionale di stupefacenti. L'officina come pure l'appartamento in uso al titolare, un 63enne cittadino italiano, sono stati perquisiti. Il titolare è stato interrogato e denunciato a piede libero per i reati di furto subordinatamente ricettazione, infrazione alla Legge federale sulle armi, infrazione alla Legge federale sugli stupefacenti e per infrazione alla Legge doganale.E sul caso, attraverso una nota stampa, ha voluto far sentire la sua voce il Gruppo Carrozzieri Ticinesi (USIC): "Ci distanziamo dal comportamento del presunto carrozziere del Mendrisiotto, che a seguito di un blitz delle forze dell’ordine, è stato posto in stato di fermo, dopo che nel suo garage sono state rinvenute delle auto rubate, un furgone con doppiofondo, armi e della marijuana.Vorremmo inoltre evidenziare che non si tratta di una carrozzeria associata alla nostro gruppo di categoria USIC. Tutti i nostri associati a livello ticinese (ma anche svizzero), esercitano l'attività di carrozzeria in modo professionale, disponendo di valide strutture e attrezzature e vantando una buona organizzazione aziendale, secondo i requisiti minimi di qualità richiesti a tutte le carrozzerie affiliate, e nel rispetto di un codice etico sottoscritto da tutti i membri dell'Associazione"."Invitiamo tutti i professionisti del settore della carrozzeria - si legge ancora nel comunicato - a voler stigmatizzare questi comportamenti, a segnalarli a chi di dovere e a scegliere, come hanno fatto ben 40 altre carrozzerie ticinesi, di firmare il nostro codice etico e quindi aderire alla nostra associazione. Uniti per salvaguardare il settore della carrozzeria".
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