NIZZA – L'ultimo bilancio dell'orrore parla di 84 morti, "tra i quali molti bambini", ha affermato Hollande. E tra le vittime c'è anche una donna del Luganese: si attende ormai solo la conferma ufficiale da parte del nostro Dipartimento degli esteri. Stando a quanto anticipato da Radio 3i si tratta della 54enne Linda Casanova, originaria di Caslano e domiciliata ad Agno. Un'altra vittima ticinese del terrorismo dopo i morti di Marrakech.
84 morti. Ma il drammatico conteggio delle vittime della mattanza di Nizza potrebbe crescere ancora, considerati i molti feriti gravi che lottano tra la vita e la morte negli ospedali. Nonostante siano passate ormai diverse ore dal momento dell'attacco, scattato giovedì sera intorno alle 22.30, c'è ancora grandissima prudenza da parte delle autorità francesi nel commentare l'accaduto. Il Governo non si è ancora sbilanciato sulle domande e sui fatti principali. Ed è abbastanza strano.
Il presidente della Repubblica si è limitato a dire che quanto avvenuto sulla promenade des Anglais è stato certamente un attentato terroristico. Ma la matrice, che molti sospettano essere islamica, non è stata ancora confermata con chiarezza dalle istituzioni. Hollande, tra le righe lo ha fatto capire, quando ha detto che la Francia intensificherà il suo impegno in Siria ed Iraq. Ma questa prudenza lascia intendere che gli aspetti da chiarire sono ancora moltissimi e rilevanti.
L'identità dell'attentatore ucciso dalla polizia dopo la folle corsa omicida a bordo del camion, ad esempio, non è stata ancora resta nota. Si sa che è un franco-algerino di 31 anni. Il profilo, in termini generali, potrebbe essere quello di uno jihadista. Ma il giovane attentatore non era mai entrato nei radar dell'anti-terrorismo francese ed era solo conosciuto come una persona sì violenta, ma per reati comuni.
Ancora non è chiaro se questo assassino, mentre ha percorso i 2 km della promenade a 80 Km/h a bordo del TIR, abbia anche aperto il fuoco sulla folla con un mitra. Fatto quest'ultimo che ieri notte sembrava abbastanza certo. E pare ridimensionarsi anche un altro particolare importante: quello delle armi trovate nel rimorchio del camion. Diversi fonti riferiscono che non fossero utilizzabili. E anche la questione dei possibili complici resta avvolta nel mistero.
Mancano dunque ancora troppi pezzi importanti del puzzle per cominciare a tracciare almeno un perimetro solido di quel che è davvero successo. Per ora possiamo soltanto osservare "il risultato" di questa apocalisse.