Questo lo spunto, dal quale don Feliciani è partito, dicendo che “respingere il fratello nel bisogno o in pericolo significa rifiutare Gesù. Due strategie dobbiamo abbinare in maniera saggia: l'ordine e la sicurezza del nostro Paese e la fedeltà alla secolare tradizione umanitaria della Svizzera. Respingere i profughi alla frontiera non fa onore alla storia civile e democratica del Paese in cui viviamo. I nostri padri hanno saputo fare meglio di noi. Non è concepibile che i forzieri delle nostre banche siano aperti per i soldi dei dittatori e dei faccendieri di gran parte del mondo mentre a questi disperati venga spesso chiusa la porta in faccia, spegnendo sul nascere ogni loro speranza per una vita migliore”. Queste frasi non sono state apprezzate da tutti e un paio di fedeli hanno abbandonato la chiesa.