Gennaro Pulice, il 'cassiere' della 'ndrangheta che abitava a Lugano, avrebbe fatto il nome del funzionario ticinese a cui pagò una mazzetta in cambio del permesso di residenza. Ma negli atti del processo in corso in Calabria quel nome sarebbe celato da u
Il nome del funzionario al quale Pulice afferma di aver pagato tre anni fa una mazzetta per ottenere il permesso sarebbe celato dietro alcuni omissis in quanto estraneo al procedimento in corso a Lamezia
LAMEZIA TERME – Gennario Pulice avrebbe fatto il nome del funzionario ticinese, di origine calabrese, che sostiene di aver corrotto per ottenere il permesso di residenza. Lo scrive oggi LaRegione. Per il ’ndranghetista, che negli anni scorsi abitò a Lugano ed è sotto processo a Lamezia Terme, l’accusa ha chiesto otto anni di reclusione.
Il nome del funzionario al quale Pulice afferma di aver pagato tre anni fa una mazzetta per ottenere il permesso di residenza sarebbe celato dietro alcuni omissis (in quanto estraneo al procedimento in corso a Lamezia) contenuti nei verbali del 38enne calabrese, divenuto collaboratore di giustizia.
È quanto trapela, scrive LeRegione, negli ambienti giudiziari di Lamezia Terme dove Pulice è a processo assieme ad altri 38 imputati, giudicati con il rito abbreviato, arrestati nel maggio 2015 nell’ambito dell’operazione ‘Andromeda’. I reati ipotizzati sono associazione mafiosa, omicidi, lesioni personali, detenzione illegale di armi, estorsione, ricettazione, danneggiamento, intestazione fittizia di beni.
Pulice è sotto inchiesta anche in Ticino, dove il Ministero pubblico ha aperto un procedimento per truffa e falsità in documenti, a seguito di una segnalazione della Sezione del lavoro. Ma le prime verifiche effettuate da inquirenti e dal Dipartimento Istituzioni non avevano permesso di confermare l’ipotesi della corruzione di un funzionario cantonale.
Due lauree, una in legge e una in scienze giuridiche, Pulice avrebbe riciclato denaro per conto della ’ndrangheta a Lugano, tramite la Pulice Consulting a Viganello, che sarebbe servita per truffare le banche ticinesi e slovene, e la Set Suisse, fallita nel dicembre 2014.