Una lettera d’addio, un violento atto d’accusa contro la società, contro un mondo che è cambiato, dove non c’è più spazio per le aspirazioni, per una vita normale e felice, per un lavoro senza pretese di grandi guadagni o di fantastiche carriera. Per un semplice lavoro! Michele, un trentenne che abitava in un paesino in provincia di Udine, nel Nord Est italiano del boom economico, che ora si ritrova impoverito dalle spietate logiche dell’economia, si è tolto la vita il 31 gennaio, impiccandosi. E ha lasciato il suo atto d’accusa, la sua lettera d’addio.