Foto: "Le demoiselle d'Avignon", Pablo Picasso
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Cronaca
08.03.2017 - 13:550
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Le riflessioni di Nicoletta Barazzoni sulla Festa della donna. "Dopo aver scritto, negli anni, articoli su questa giornata, inizio ad avvertire una leggera assuefazione. Il che non significa che non sia importante per denunciare abusi e disparità. Ma ci r

La giornalista: "Con tutto il rispetto per le rivendicazioni storiche dei movimenti delle femministe, a cui ho preso parte, sono assuefatta perché non voglio più guardare alle differenze come a dei pretesti per evidenziare e pretendere ciò che rappresento in quanto donna"

di Nicoletta Barazzoni *

Anche se sono state superate molte barriere, le disparità tra uomini e donne sono dimostrabili e evidenti (soprattutto in ambito professionale). E mi riferisco alla cultura occidentale per ovvi motivi. Alcune disuguaglianze tra il mondo maschile e femminile sono ancora marcate, soprattutto quando è la violenza dell'uomo a dare la massima espressione di sé.

Mentre le diversità che ci caratterizzano, invece di rivelarsi una risorsa, sono spesso un impedimento e addirittura motivo di incomprensioni da ambo le parti. Dopo aver scritto, negli anni, articoli per commemorare questa giornata, sto iniziando ad avvertire una leggera assuefazione perché, proprio in virtù delle conquiste individuali e sociali, ritengo che le categorizzazioni di pensiero indeboliscano proprio quella forza con cui le donne hanno saputo combattere contro i cliché, i tabù, le ingiustizie e le restrizioni.

Insieme ai cambiamenti sociali sono giocoforza cambiati anche i comportamenti e l'approccio degli individui, sia maschili che femminili. Il solo fatto di dover ricordare la donna, classificandone i ruoli all'interno di uno schema (che può creare divisioni e incomprensioni) denota una realtà che deve ancora farsi spazio nei confronti di quella maschile. Mettendo così in discussione la società civile, che riserva alla donna una giornata commemorativa per non dimenticarsi della sua presenza o assenza nella società.

Ciò non esclude che l'8 marzo sia una ricorrenza importante per denunciare i rapporti forza e di abuso di potere. La donna è riuscita a ridefinire la propria femminilità e la sua sessualità, a farsi riconoscere, a fatica, occupando il posto che le spetta e che le è stato negato per anni. Ma in un certo qual modo, ci ritroviamo seduti su sponde ancora troppo lontane le une dagli altri, sponde che spesso sono teatro di conflitti, prevaricazioni, competizioni, diffidenze e scontri.

E addirittura di un'emulazione della donna nei confronti dell'atteggiamento maschile che sembra più una difensiva. Con tutto il rispetto per le rivendicazioni storiche dei movimenti delle femministe, a cui ho preso parte, sono assuefatta perché non voglio più guardare alle differenze come a dei pretesti per evidenziare e pretendere ciò che rappresento in quanto donna.

Dagli uomini ho imparato molto e continuo ad imparare. Mi riconosco in alcuni uomini e in alcune donne, mentre non vorrei mai assomigliare ad alcuni uomini e ad alcune donne. Le differenze sono un potenziale enorme poiché impediscono l'omologazione di modelli stereotipati, che vanno a scapito dell'emancipazione reciproca, i quali a loro volta frenano la crescita sociale. Soprattutto perché la generalizzazione del così fan tutte e gli uomini sono tutti uguali livella verso il basso la ricchezza e l'unicità dei particolari di ognuno di noi.

* giornalista

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