Permessi falsi, lo scandalo si allarga. Sotto inchiesta anche due kosovari domiciliati in Ticino. A loro si è arrivati in seguito al fermo di un minibus con clandestini a bordo. A casa di uno dei due sono stati trovati tre permessi di soggiorno contraffat
Si tratta di un 40enne domiciliato in Riviera e di un 63enne domiciliato nel Bellinzonese. Sono risultati collegati al fermo a Ponte Tresa di un minibus con a bordo dei clandestini kosovari
Foto: TiPress/Samuel Golay
BELLINZONA - Il Ministero Pubblico, la Polizia cantonale e le Guardie di Confine comunicano che nell'ambito dell'indagine in corso sui permessi falsi, sono stati fermati e interrogati due kosovari, un 40enne domiciliato in Riviera e un 63enne domiciliato nel Bellinzonese. Questi sono risultati collegati al fermo avvenuto lunedì 13 marzo a Ponte Tresa di un minibus con a bordo dei clandestini kosovari.
I due sono stati denunciati e indagati a piede libero per infrazione aggravata alla Legge federale sugli stranieri per incitazione all'entrata, alla partenza o al soggiorno illegale in merito al trasporto di clandestini in Svizzera. Inoltre, nei confronti del 63enne viene contestata la ripetuta falsità in certificati poiché dalla perquisizione effettuata presso il suo domicilio sono stati ritrovati 3 permessi di soggiorno del Cantone Ticino contraffatti e collegati alla vasta inchiesta in corso.