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Cronaca
24.04.2017 - 19:080
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

L'omicidio di Gordola, il cordoglio per la morte di Fabrizio. Assurda. Incredibile. Un pugno sferratogli alla schiena senza alcun motivo dal giovane Alexander, che sul suo profilo Facebook cita il Libro dei Salmi: "Mille cadranno al tuo fianco, ma nulla t

Se questa prima ricostruzione venisse confermata renderebbe ancora più inquietante la tragedia. Nemmeno un motivo, per quanto banale potesse essere, per menar le mani. Nemmeno un movente… Siamo oltre i confini dell’assurdo e dell’immaginabile!

di Marco Bazzi

Fabrizio viveva a Genestrerio. Era dirigente della Farone, una ditta orologiera di Stabio. Aveva 44 anni. Lascia la moglie e due figli, di 8 e di 9 anni. "Era un mio carissimo amico. Un ragazzo solare, con un sorriso per tutti", mi scrive un amico comune su Facebook.

Venerdì sera era andato in discoteca con alcuni amici, alla Rotonda di Gordola, dove nel fine settimana mettono musica per gente di mezza età. E poi lì ci aveva lavorato, tanti anni fa…
Ma se anche ci fosse stato un rave party aveva tutto il diritto di starci, in quel locale, e lo diciamo per chi, nel letamaio di Facebook, si è chiesto che cosa ci facesse un uomo di 44 anni in discoteca il venerdì sera…

Fabrizio è morto ieri in ospedale, a causa di quello che è accaduto verso le quattro e mezza di venerdì notte fuori dalla Rotonda. Pare fosse uscito a prendere una boccata d’aria e si è imbattuto in un giovane, Alexander, un 21enne che vive a Biasca con i genitori. Fa il broker assicurativo, non ha precedenti penali, è originario del Kosovo, ed è stato naturalizzato anni fa. Quindi è svizzero pure lui, anche se le sue origini hanno scatenato una miriade di commenti sui social.

Accanto a frasi tipo: “Di lupi vestiti da agnello, ne abbiamo importati più che abbastanza. A quando la prossima vittima?”, ce n’erano altre che invitavano alla moderazione: signori, stiamo calmi, qui l’unica cosa importante è che è morta una persona. E il cordoglio per la sua morte ha unito oggi in una stretta tutto il Ticino.

Ora bisognerà capire esattamente che cosa è successo venerdì notte. Capire soprattutto se la morte di Fabrizio, sopraggiunta domenica, sia stata una conseguenza diretta o indiretta del pugno che Alexander gli ha sferrato. L’aggressore è un appassionato di arti marziali e di boxe, e si sa che un colpo inferto in un punto sensibile (per esempio la nuca) può anche essere letale. Il nostro corpo è molto più delicato di quanto pensiamo.

Secondo la RSI il pugno è stato sferrato dal giovane alla schiena della vittima. Una sorta di sfogo in seguito a un litigio avvenuto all’interno del locale per una giacca, un litigio nel quale Fabrizio non era però stato coinvolto. Lui, secondo i testimoni, ha avuto la sfortuna di trovarsi, ignaro, sulla strada di Alexander, che stava lasciando il locale seguito da un uomo della sicurezza. E forse non si è neppure accorto di quel che stava per accadergli.

Se questa prima ricostruzione, che anche a liberatv risulta, venisse confermata dall'inchiesta condotta dalla Polizia giudiziaria di Locarno, renderebbe ancora più inquietante la tragedia. Nemmeno un motivo, per quanto banale potesse essere, per menar le mani. Nemmeno un movente… Siamo oltre i confini dell’assurdo e dell’immaginabile!

Poi il ragazzo ha tentato di scappare, ma è stato fermato e in seguito arrestato. Adesso è accusato di omicidio volontario, subordinatamente di omicidio colposo. E la qualifica del reato dipenderà non tanto dalla volontarietà dell’atto (semmai dal dolo eventuale: avrebbe dovuto immaginare che…), quanto dall’elemento che ha causato la morte di Fabrizio (il pugno o la caduta?), che l’inchiesta e gli esami medico legali in corso dovranno chiarire.

Commentando l’accaduto, il deputato Giorgio Fonio ha rievocato oggi la morte di Damiano Tamagni, chiedendosi se la sua tragica fine non sia servita di monito… Evidentemente no. Nonostante i tanti, troppi episodi drammatici che la cronaca ha registrato in questi anni, c’è ancora troppa gente che non ha capito che anche un pugno o un calcio possono uccidere, troppa gente per la quale la violenza fa parte del bagaglio di vita quotidiana.

Su Facebook c’è anche chi ha chiesto l’ergastolo per l’omicida, o la revoca della cittadinanza e l’espulsione... Ma la giustizia non è giustizialismo. Purtroppo, diranno in molti, ma queste sono le regole che le società civili si sono date.

Poi si può discutere sulla vocazione alla violenza, sulla sua banalizzazione... E il profilo Facebook dell’omicida, perché omicida è comunque, non restituisce di certo un’immagine virtuosa del ragazzo, già a partire dal fotomontaggio di copertina (un giovane, forse lui stesso, che sfida un leone) e dall’epigrafe della bacheca: “Non temerai i terrori della notte, Mille cadranno al tuo fianco, ma nulla ti potrà colpire!”.

È una frase tratta dal Libro dei Salmi e adottata dai Templari di San Bernardo. Ma l’impressione è che quel verso, per Alexander, avesse più un significato da ‘fight club’ che biblico.

E allora potremmo terminare citando ‘Il Male’ di Tommaso d’Aquino, dottore della Chiesa e Santo, un inno al libero arbitrio ma anche un trattato di diritto: “Se la volontà e la mano fossero due persone, la mano non commetterebbe peccato, ma la volontà peccherebbe non solo per mezzo del proprio atto, che è il volere, ma anche per l’atto della mano, di cui fa uso; ora, invece si tratta di un unico uomo, al quale appartengono entrambi gli atti, e per entrambi è punito”.

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