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Cronaca
08.05.2017 - 17:480
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Anche cinque ticinesi tra i 42 svizzeri coinvolti nella maxi inchiesta per pedopornografia avviata dall'FBI. Le indagini hanno portato due anni fa alla chiusura di un sito gestito da un americano condannato a 30 anni di carcere

Il Ministero pubblico ha confermato che tra i 42 svizzeri sotto inchiesta figurano, appunto, anche 5 ticinesi. Sono accusati di pornografia per avere scaricato e condiviso materiale pedopornografico. I procedimenti sono affidati a più procuratori e si trovano a diversi stadi

BERNA – Anche cinque ticinesi sono coinvolti nella maxi inchiesta internazionale contro la pedofilia coordinata dall'FBI legata al sito Playpen, che è stato chiuso nel 2015. Lo scrive oggi il portale della RSI. Il Ministero pubblico ha confermato che tra i 42 svizzeri sotto inchiesta figurano, appunto, anche 5 ticinesi. Sono accusati di pornografia per avere scaricato e condiviso materiale pedopornografico. I procedimenti sono affidati a più procuratori e si trovano a diversi stadi.

Le inchieste sugli svizzeri toccano soprattutto consumatori di questo materiale ma, secondo Cathy Maret, portavoce della Polizia federale, "è stato possibile scoprire anche alcuni gravi crimini sessuali".
La settimana scorsa Steven Chase, amministratore del sito finito nel mirino degli inquirenti, è stato condannato negli Stati Uniti a 30 anni. L’inchiesta è stata possibile grazie a un virus inserito nel sistema dagli investigatori americani, virus che ha consentito di individuare i 150'000 utenti iscritti. Le indagini hanno portato a 900 arresti: 350 negli USA e 368 in Europa. Mentre 351 sono le vittime minorenni, che sono state identificate.


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