CRONACA
Gestione migranti in Ticino: dopo Argo 1 un altro mandato diretto che scotta? Un'associazione punta il dito contro il DSS per un lavoro dato alla Caritas
A denunciare il caso l’Associazione “DaRe-Diritto a Restare”, che in una dura nota stampa attacca il Cantone: "Il mandato è stato conferito, senza concorso, a un ente politicamente e religiosamente molto profilato, che ora, grazie a questo ulteriore incarico, gestirà in Ticino quasi tutte le attività nel campo della socialità. Chiediamo più considerazione per il nostro operato e più trasparenza nelle decisioni delle autorità"
©Keystone / Ti-Press / Francesca Agosta
BELLINZONA - Un altro caso scottante nella gestione dei migranti in Ticino dopo Argo 1? A portare all’attenzione dei media la vicenda è l’Associazione “DaRe-Diritto a Restare”, fondata nel 2016, che si occupa in modo volontario di accoglienza a Milano, Como e Ticino.

 

L’ente denuncia e contesta un mandato conferito a Caritas senza concorso per il coordinamento dei volontari che operano in Ticino in questo delicatissimo settore.

 

"Due mesi fa - spiega l’Associazione in una nota - dopo aver annunciato a tutte le pensioni e protezioni civili che i buoni di 50 franchi per richiedenti l’asilo per acquistare vestiti presso la Caritas e la Croce Rossa non erano più validi, la caposezione del Servizio richiedenti l’asilo dell’Ufficio del sostegno sociale e dell’inserimento Carmela Fiorini ha chiesto alla nostra associazione di presentare un progetto per coprire tutte le richieste di vestiario provenienti dalle 17 strutture che accolgono richiedenti l’asilo. Abbiamo così inoltrato il nostro progetto, aspettando quindi una risposta dai responsabili cantonali. Dopo vari solleciti da parte nostra, un mese dopo ci siamo finalmente incontrati con Carmela Fiorini e Renato Bernasconi, capo dell’Ufficio del sostegno sociale e dell’inserimento. Con nostra grande sorpresa ci hanno comunicato che l’autorità cantonale aveva conferito a Caritas il mandato (nota bene pagando un collaboratore al 50%) di coordinare i volontari e le volontarie che si occupano di rifugiati nel nostro cantone. In altre parole, d’ora in poi la nostra associazione, che conta il maggior numero di volontari attivi sul territorio cantonale, dovrebbe sottostare a Caritas che, retribuita dal cantone, coordinerebbe anche le nostre attività! Teniamo a precisare che il nostro lavoro si era reso necessario proprio perché il servizio proposto da Caritas non funzionava, tanto che, per fare un paio di esempi concreti, a Bosco Gurin, anche se faceva già freddo, c’erano richiedenti l’asilo in abiti estivi e a Camorino c’erano ragazzi che non avevano nemmeno un ricambio di biancheria intima".

 

Una scelta incomprensibile per l’Associazione che "pur avendo svolto per più di due anni un lavoro apprezzato e sostenuto dalle autorità stesse, autorizzandoci ad accedere alle pensioni e ai centri di protezione civile, e avendo proposto – su loro esplicita richiesta – una collaborazione professionale e gratuita”, non è stata presa in considerazione dal DSS.

 

“DaRe-Diritto a Restare” non intende obbedire a questa decisione del Cantone, “anche se ci è stato caldamente consigliato di sottostare a Caritas. Per noi questa ipotesi è inaccettabile, perché la merce che distribuiamo gratuitamente ci viene donata dalla popolazione, che spesso dichiara di preferirci a Caritas e alla Croce rossa, che invece rivende la merce donata".

 

“Riteniamo - termina il comunicato - che, anche alla luce del caso Argo, questo modo di procedere sia molto discutibile. Il mandato è stato conferito, senza concorso, a un ente politicamente e religiosamente molto profilato, che ora, grazie a questo ulteriore incarico, gestirà in Ticino quasi tutte le attività nel campo della socialità. Chiediamo più considerazione per il nostro operato e più trasparenza nelle decisioni delle autorità".

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