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Cronaca
01.09.2017 - 09:100
Aggiornamento: 03.10.2018 - 16:25

"Salario minimo di almeno 21 franchi all'ora! Altrimenti...". Il sindacato UNIA minaccia una nuova iniziativa popolare. "Pronti a mobilitarci. Il Ticino è nella morsa del dumping e si sta trasformando in una zona franca per imprenditori parassiti"

Il sindacato torna sul tema che ha tenuto banco in queste settimane. E minaccia una nuova iniziativa popolare se non verrà adottato un salario minimo di almeno 21 franchi…

LUGANO – “Il Ticino ha urgente bisogno di un salario minimo dignitoso per combattere la crescente povertà e le molte distorsioni che investono il mercato del lavoro”. Così il sindacato UNIA, che torna sul tema che ha tenuto banco in queste ultime settimane. E minaccia una nuova iniziativa popolare se non verrà adottato un salario minimo di almeno 21 franchi…

“Se il Consiglio di Stato e il Gran Consiglio, nell'ambito dell'attuazione dell'iniziativa “Salviamo il lavoro in Ticino” approvata due anni fa, dovessero optare per una soluzione minimalista, il sindacato Unia Ticino, d'intesa con le forze politiche e sindacali interessate, promuoverà il referendum e lancerà una nuova iniziativa popolare”.

Purtroppo, nonostante la recente sentenza del Tribunale federale che ha confermato la legittimità di un salario minimo cantonale unico come strumento di politica sociale, il governo ticinese sembra voler prendere tempo, annotano i vertici del sindacato.

“Il nostro Cantone si trova ormai da anni stretto nella morsa del dumping salariale e si sta pericolosamente trasformando in una sorta di zona franca per imprenditori senza scrupoli, sempre più scollegata dal resto della Confederazione. Di qui l'urgenza di un intervento che finalmente fissi un salario minimo legale di almeno 21 franchi all'ora.

È tempo di una svolta radicale in materia di politica economica. Una svolta che migliori le condizioni salariali di migliaia di persone, ponga un argine al fenomeno della sostituzione della manodopera residente e allontani dalla piazza imprenditori parassiti di cui la nostra economia non ha certamente bisogno”.

Unia cita poi un'inchiesta pubblicata oggi dal quindicinale Area, dalla quale emerge che in Ticino, con un minimo legale di 20 franchi quasi 15 mila lavoratori (di cui il 66 per cento donne) otterrebbero un aumento e con 21 franchi più di 20 mila persone, impiegate prevalentemente nell'ambito delle attività manifatturiere, amministrative e del commercio.


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