“Ci chiedevamo cosa fare, da dove iniziare… per ricostruire il tutto senza commettere errori – prosegue Scossa-Baggi -. C’erano tanti rilievi da effettuare, anche se la dinamica era abbastanza chiara. Visto che era coinvolta la nostra polizia venne deciso di farci coadiuvare dalla Scientifica di Zurigo, per evitare il sospetto di ricostruzioni ‘di parte’. Abbiamo dovuto sequestrare tutte le armi agli agenti intervenuti per capire chi avesse sparato, perché questo andava comunque stabilito. Il problema era che, oltre alle armi personali c’erano anche quelle ‘di squadra’, in dotazione ai gruppi speciali. Abbiamo lavorato su quella scena per diversi giorni, facendo una serie di ricostruzioni, anche filmate…”.