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Cronaca
01.03.2018 - 08:280
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Il poeta Oswado Codiga e l'abbattimento della cappella votiva di Gordola: "Una triste storia condita da incapacità, inettitudine, bugie e ipocrisia! Al giorno d'oggi troppo menefreghismo. A sem propi consc’ come rat!”

Il poeta dialettale ci scrive esprimendo tutta la sua indignazione: "Non dava fastidio a nessuno fuorché al vil denaro di qualcuno. Ed è incredibile il fatto che tutti gli addetti ai lavori (progettisti, proprietari nonché autorità comunali e cantonali) siano rimasti quasi nella totale omertà"

di Oswaldo Codiga*

 

È veramente una cosa triste ciò che è capitato nel mio amato paese di Gordola dove è stato compiuto uno dei peggiori gesti e cioè la demolizione di una cappella votiva che sicuramente non dava fastidio a nessuno fuorché al vil denaro di qualcuno. Ed è incredibile il fatto che tutti gli addetti ai lavori (progettisti, proprietari nonché autorità comunali e cantonali) siano rimasti quasi nella totale omertà.

 

Siamo nel 2018, siamo negli anni in cui la tecnologia e i macchinari hanno oramai superato ogni limite teorico e pratico . Siamo nell’era in cui (tanto per rimanere vicino a casa) negli scorsi anni a Tenero per esempio hanno imbragato e spostato la Cappella di S. Nicolao; a Lavertezzo Valle hanno imbragato e spostato la Cappella sulla cantonale nei pressi del ponte dei salti; a Gerra Verzasca hanno imbragato e spostato la Cappella ubicata a lato della cantonale prima del ponte di Frasco; a Bellinzona addirittura nel maggio del 2016 hanno ruotato e spostato di una decina di metri una casa intera alta tre piani e del peso di 1450 ton.

 

A Gordola invece si è pensato soltanto a demolire e magari anche a voler zittire la gente e qui ne do le prove : giovedi 8 febbraio 2018 leggo sul GdP “È stata rimossa integralmente per tutelarla … a fine cantiere verrà ripristinata dove era … ecc.” parole probabilmente uscite dal Palazzo Comunale ! Lunedi 26 febbraio 2018 leggo su “La Regione”: “La cappella votiva tornerà … il municipio prende posizione e rassicura … il municipio è dunque intervenuto … adotterà le necessarie procedure … ecc.” parole anche qui uscite dal Palazzo Comunale ! Sempre lunedì 26 febbraio 2018 ricevo un filmato che mi fa venire il voltastomaco e in contemporanea mi vengono fatte delle domande da un giornalista. Mercoledi 28 febbraio 2018 leggo su “La Regione” : “di fronte all’evidenza ad alzare le mani è il municipio … ecc .” Per conto mio tutto questo non è niente altro che incapacità, inettitudine, bugie e ipocrisia bella e buona !

 

A quei “bugiardi” voglio semplicemente dire queste cose : 1° Il proprietario del terreno deve sapere che certe cose non possono venir demolite, e se non lo sa, il suo architetto o chi per esso lo deve avvisare ! 2° Il disegnatore, l’architetto progettista o chi per esso sa che certe cose vanno tutelate ! 3° il municipio in corpore di un comune (e quindi i suoi municipali) al momento dell’investitura giurano o promettono davanti ad un Giudice di pace di onorare i diritti e i doveri ! 4° Il municipio di un comune e il suo ufficio tecnico o chi per esso devono conoscere, rispettare e far rispettare le regole vigenti ! 5° La domanda di costruzione viene (così si spera) visionata e controllata dal municipio, dall’ufficio tecnico o chi per esso e sicuramente un qualche sopralluogo non fa di certo male alla salute ! 6° La domanda di costruzione viene (così si spera) visionata e controllata dal cantone e dai suoi esperti in tutte le materie compresa la salvaguardia del territorio e di tutti i manufatti esistenti ! 7° L’impresa costruttrice, il titolare, il proprio tecnico, il proprio capo cantiere o chi per esso (così si spera) devono conoscere le regole di costruzione e anche quelle di distruzione !

 

Che dire di più ? Che al sottoscritto, così come a molte altre persone, può solo rimanere l’amaro in bocca per colpa di chi non segue in nessun modo il buon senso e le regole prescritte. Certo è che al giorno d’oggi troppa gente in tutto mette solo il menefreghismo, il vil denaro, l’incapacità di lavorare, l’incapacità di discutere, l’inettitudine, le bugie e soprattutto, oltre all’omertà, l’ipocrisia !

 

Se poi al tutto viene legato l’amico dell’amico, il parente del parente, ecc. allora possiamo gridarlo forte : “a sem propi consc’ come rat !”

 

*poeta-Gordola

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