Il presidente del Centro replica per le rime al Consigliere di Stato leghista in merito alle nomine in magistratura: "Anche lui è salito sul carrozzone della politica"
BELLINZONA - “A dire il vero non mi ero neanche accorto dell’articolo, finché non lo avete pubblicato voi su Liberatv…”. Inizia sul filo dell’ironia la risposta di Fiorenzo Dadò, quando lo sollecitiamo per una presa di posizione sulle opinioni espresse da Claudio Zali in materia di giustizia. Ma il sarcasmo del presidente del Centro si esaurisce qui. Dadò, infatti, risponde per le rime alle bordare del Consigliere di Stato leghiste, pubblicate in un articolo apparso domenica sul Mattino (leggi articolo correlato).
“Lunedì scorso - ha scritto Zali - il Gran Consiglio ha eletto un nuovo Giudice del Tribunale di appello, destinato alla non facile presidenza della Camera Esecuzione e Fallimenti (CEF). La scelta è caduta su una candidata 33enne, vicecancelliera presso un’altra camera del Tribunale e priva quindi di esperienza specifica, che l’ha spuntata in particolare su un candidato di 44 anni, da 11 attivo proprio presso la CEF quale Ispettore giurista. (…) Si è così consumato l’ennesimo mercato dei tappeti o di altro in cui, con la complicità di tutti, l’interesse di partito prevale sulla dignità della Giustizia e sul rispetto dei candidati”. Nell’articolo non mancano frecciatine al Centro e al Parlamento, con un passaggio durissimo: “Da ex Magistrato, provo imbarazzo, tristezza e alle volte anche nausea per le modalità di talune nomine. Il caso di Siro Quadri, è emblematico”
Torniamo a Dadò: “Devo dire che sorprende abbastanza il fatto che un membro dell’Esecutivo non sia in chiaro sulla divisione dei poteri e vada a commentare pubblicamente l’elezione, già avvenuta, di un magistrato, di fatto screditandolo, sulla base non si sa bene di quali criteri. Magistrato che come membro della Commissione giustizia, in base a criteri oggettivi, in primis il parere della commissione di esperti, è perfettamente idonea a svolgere il compito per la quale è stata eletta”.
“Ma visto che ci siamo - prosegue Dadò - tocca ricordare come l’onorevole Zali è salito lui stesso, come tanti altri, sul carrozzone dei partiti, per uscire dall’anonimato e farsi eleggere in magistratura, guadagnandosi una carriera. Lo ha fatto, tra l’altro, cambiando casacca, passando dal PLR alla Lega, Movimento in quel tempo in ascesa. Insomma, solo grazie a Giuliano Bignasca anche lui ha avuto il suo posto al sole. Zali dimentica altresì che è entrato in Governo senza elezione popolare ma solo grazie al partito, scavalcando altri. Se questo non è mercato dei tappeti….lasciamo giudicare ai lettori”.
“Detto questo - conclude il presidente del Centro - è ovvio che il sistema di nomina in magistratura si presta a troppe polemiche e speculazioni e, pur sapendo che non esiste un metodo perfetto, probabilmente avanti di questo passo non ci resterà che pensare davvero al sorteggio…”.
AELLE