CRONACA
Pasquetta, a Bellinzona tutto chiuso... "I ristoratori poi non si lamentino!". Ma Massimo Suter spiega: "Siamo vittime della burocrazia". E attacca Castel Grande, "Lì è inconcepibile non aprire"
Il creatore di una pagina Facebook dedicata ai locali ticinesi si è sentito preso in giro e ha girato un video in diretta di una città con tutti i ristoranti chiusi, Castelli compresi. Il presidente di GastroTicino interviene, "Bisognerebbe agire sul sistema, soprattutto visto che siamo un Cantone a vocazione turistica"
foto: TiPress/Francesca Agosta
BELLINZONA – La polemica di Pasquetta è servita. Alessandro Veletta, che con la sua pagina Facebook Facebook Street Suisse Food (in cui usa il nome d’arte Mystic Barrito), si è sentito quasi preso in giro quando lunedì si è recato a Bellinzona col figlio, per una gita, ed ha trovato quasi tuti i ristoranti chiusi.

“Non c’è nemmeno vento, come c’è di solito… Bellinzona è un capolavoro. Ristoratori, non rompete i c------i e non piangete!”, attacca. “Chi ha tenuto aperto ha lavorato”. Ha prodotto un video in diretta su Facebook, mostrando la gente in giro per Bellinzona, la bella giornata, tutto quel che descrive e  i ristoranti chiusi. Uno solo, mostra, è aperto, e infatti c’è il pienone. Molti, ha sottolineato., i turisti che cercavano un posto dove ristorarsi, e hanno faticato a trovarne uno. Verranno ancora in Ticino, si chiede.

Addirittura, ha fatto notare, anche i ristoranti dei Castelli erano chiusi.

Massimo Suter, presidente di GastroTicino, gli ha risposto con un post pubblico. Concorda con lui sul tema dei Castelli, “non capisco e giustifico invece la chiusura del ristorante al Castel grande, gestito peraltro dalla scuola alberghiera, la quale dovrebbe avere nelle proprie corde il dover insegnare il mestiere ma soprattutto uno spirito imprenditoriale accorto, che imponga il saper cogliere l’attimo. Eserciti in un luogo ricco di storia, promosso ai quattro angoli della terra, con un nuovissimo percorso dei sensi membro UNESCO e non puoi presentare una porta di legno ai visitatori....”.

Per quel che concerne gli altri locali, chiede di “non perdersi in inutili e sterili polemiche che non portano a niente, se non a distogliere l’attenzione dal punto focale del presunto problema ( ristoranti chiusi uguali ristoratori fannulloni)”, sottolineando la passione dei lavoratori del ramo.

Ma è la burocrazia a rendere tutto più difficile, per lui: "Siamo vittime nostro malgrado di un sistema che impone delle regole alle aziende che poi giustamente vanno rispettate. Come l’annuncio delle aperture e chiusure dei ristoranti nella fattispecie, quindi anche volendo chi aveva annunciato il lunedì di chiusura non poteva aprire, pena una sanzione amministrativa e pecuniaria. Qui bisognerebbe intervenire nel nostro sistema, dando maggiore libertà all'imprenditore che vuole creare ricchezza e di conseguenza posti di lavoro, e lo stesso dicasi per i piccoli commerci e boutique, i quali soffrono tremendamente la bassa congiuntura ma che, anche volendo, non possono alzare le saracinesche le domeniche e festivi ( vedasi le polemiche per il 24.12.....) per una politica protezionistica a scapito del libero mercato e soprattutto perché ci reputiamo un Cantone a vocazione turistica ma lo status di destinazione a carattere turistico lo hanno pochi eletti, e così il resto delle destinazioni perdono in attrattiva e sono desolatamente vuote senza poter sfruttare il potenziale economico che la presenza di turisti offrirebbe loro”.

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