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Cronaca
13.08.2018 - 16:470

Bondo, il Cengalo preoccupa ancora: "Non è da escludere una nuova frana"

Chiusi tutti i sentieri della Val Bondasca. Il Comune di Bregaglia si è detto "preparato al meglio per altri possibili eventi a Bondo"

BREGAGLIA – "D'ora in poi, il 23 agosto sarà il giorno in cui penseremo alle otto vittime in Val Bondasca e alle loro famiglie, oltre che alle tante persone colpite dal disastro naturale avvenuto nel nostro Comune". Con queste parole il sindaco di Bregaglia, Anna Giacometti, è tornata a parlare a un anno di distanza dalla frana del Pizzo Cengalo . 

Il Comune di Bregaglia – attraverso un comunicato stampa – ricorda le vittime della catastrofe naturale. "La mattina del 23 agosto 2017 – si legge –, otto persone sono state travolte in Val Bondasca dalla frana del Pizzo Cengalo. Nonostante le immediate operazioni di ricerca, di loro non si hanno tuttora notizie. Le nuove ricerche intraprese nel luglio 2018 sono rimaste senza esito.

Dopo la frana, il sistema di allarme per le colate detritiche esistente in Val Bondasca è stato ulteriormente ampliato e quindi completato nella primavera del 2018. Da allora il Pizzo Cengalo viene costantemente monitorato da radar e telecamere ed esperti valutano continuamente la situazione. Per tutto l'inverno e fino a luglio, dalle misurazioni radar non risultava alcun movimento di roccia importante e si sono verificate solo cadute rocciose di piccole dimensioni.

Le ultime misurazioni rivelano che da luglio circa 3 milioni di metri cubi di roccia sono di nuovo in movimento. Se i movimenti perdureranno, quest’estate non è da escludere una frana di oltre 1 milione di metri cubi. Tutti i sentieri della Val Bondasca sono chiusi".

Protezione contro nuove colate 

"Lungo le acque in Val Bondasca – continua il comunicato – sono depositati all'incirca 1,5 milioni di metri cubi di materiale roccioso franato che, con sufficiente acqua, può essere messo facilmente in moto. Finora non si sono verificate precipitazioni intense e persistenti; si prevede però che, soprattutto in caso di violenti temporali estivi o di una nuova frana di grande dimensioni, nuove colate detritiche raggiungano il fondovalle nei pressi di Bondo. I movimenti sulla montagna e l'evoluzione meteorologica dell'estate 2018 sono quindi determinanti per l'andamento futuro degli eventi".

Il Comune si è "preparato al meglio per altri possibili eventi a Bondo. Il bacino di ritenzione è stato provvisoriamente ampliato fino a raggiungere circa 300'000 m3di capacità ed è stato elaborato, in collaborazione con gli enti cantonali, un piano di emergenza. La popolazione è stata informata dettagliatamente sul comportamento da osservare in caso di emergenza. Nel caso in cui l'accesso al paese dovesse nuovamente essere minacciato, resta a disposizione la strada provvisoria attraverso il ponte d'appoggio militare. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito web del Comune".

In collaborazione con l'Ufficio tecnico cantonale dei Grigioni, il Comune sta elaborando un progetto definitivo di opere di premunizione per le aree di Bondo, Spino, Sottoponte e Promontogno, nonché per i futuri collegamenti stradali. Il progetto tiene conto anche della necessità di salvaguardare l'insediamento di Bondo. I costi approssimativi si aggirano sui 23 mio di franchi. 

Riepilogo dei fatti

Il 23 agosto 2017, solo poche ore dopo la grande frana, le prime colate di detriti raggiunsero la zona di Bondo. Fino al 31 agosto vi si depositò quasi mezzo milione di metri cubi di roccia, detriti e fango. Le colate invasero parti di Bondo, Spino, Sottoponte e Promontogno. 147 persone dovettero essere evacuate per diverse settimane; dieci di queste non sono più potute tornare a casa. Il danno complessivo è stimato sui 41 milioni di franchi.

I lavori per il ripristino delle opere di premunizione e per la tutela delle restanti aree dei villaggi iniziarono immediatamente dopo la catastrofe. Dopo sette settimane, l'evacuazione poté essere revocata; a undici settimane dalla prima colata detritica, il bacino di ritenzione era stato svuotato e la strada cantonale, gravemente danneggiata, rimessa in funzione. Le grandi quantità di detriti vennero collocate in due nuove zone di deposito nei pressi di Bondo. Queste zone sono già in fase di ricoltivazione.

L'Assicurazione fabbricati dei Grigioni(GVG) e la Cassa per i danni di natura dei Grigioni (ESK) hanno potuto dare rapidamente il via alla riparazione dei danni ad edifici e terreni, i lavori in parte sono già terminati. Sette case ed un magazzino del Comune hanno dovuto essere demoliti e, a causa dello stato di pericolo o della costruzione di opere di premunizione, non potranno essere ricostruiti. I risarcimenti finanziari sono stati versati nel più breve tempo possibile ai proprietari interessati.

Nell'aprile 2018 è stato costruito, tra Bondo e Promontogno, un ponte sospeso provvisorio, riservato ai pedoni. Nell'area di Caltüra, nei pressi delle zone di deposito, si è avviato un processo di ricomposizione parcellare e si sta pianificando la sostituzione del ponte stradale «Marlun» in Val Bondasca.

Il Comune di Bregaglia è stato sostenuto ed aiutato, nello svolgimento dei suoi molteplici compiti, dal Cantone dei Grigioni, dalla Confederazione e da un'ondata di solidarietà senza precedenti. La Catena della Solidarietà, il Patronatosvizzero per icomuni di montagnae lo stesso Comune hanno ricevuto donazioni per un ammontare di quasi 14 milioni di franchi. Il Governo del Canton Grigioni ha istituito un'apposita commissione per coordinare l'impiego delle donazioni.

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