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Cronaca
15.11.2019 - 15:150

Vini ticinesi sempre più puri e senza residui. I risultati delle analisi: "Netto miglioramento rispetto a tre anni fa"

Presentati oggi i risultati sulla campagna residui fitosanitari della IVVT. Nel 70% dei vini analizzati sono stati trovati al massimo 2 residui: "Nessuna traccia di erbicidi e insetticidi"

MORBIO – I vini ticinesi sono sempre più puri. È un dato esaltante per tutto il settore vitivinicolo ticinese quello presentato oggi in conferenza stampa alla Casa del Vino di Morbio dalla Commissione fitofarmaci della Interprofessione della vite e del vino (IVVT) presieduta da Mirto Ferretti.

Alla stampa sono stati presentati i risultati di una ricerca effettuata su 16 merlot ticinesi (di 10 aziende diverse sparse nel Cantone) in cui i vini analizzati, oltre a essere ampiamente a norma di legge, hanno mostrato importanti progressi dal profilo dei residui di prodotti fitosanitari. La ricerca, condotta in concerto dall'IVVT, dalla Sezione dell'agricoltura, da Agroscope e dal Laboratorio cantonale, "fa parte della strategia messa in atto dai produttori nostrani verso una viticoltura sempre più libera da prodotti fitosanitari, nella consapevolezza delle difficoltà ambientale che produrre vino alle nostre latitudini comporta", ha spiegato Ferretti.

Vini sempre più puri, dicevamo. Sì, perché dai risultati dell'indagine è emerso che quasi il 70% dei vini analizzati sono stati trovati al massimo 2 residui. In ben sei vini non stati trovati residui.  "Un netto miglioramento rispetto alla campagna nazionale 2016, nella quale tale percentuale era del 7%", dice orgoglioso il presidente di TicinoWine Andrea Conconi. Ma le belle notizie non sono finite qui. Nei vini presi a campione non è stata rilevata "nessuna traccia di erbicidi e insetticidi, incluso il tanto vituperato Glisofato".

"L'obiettivo dell'indagine – ha aggiunto il consulente agricolo Matteo Bernasconi – non è quello di fare una fotografia esaustiva della situazione dei vini ticinesi, quanto piuttosto testare come le diverse strategie di lotta antiparassitaria, e la gestione delle partite di uva in cantina, possono portare ad una presenza più o meno importante di residui nel vino. Bisogna considerare infatti che cambiare le pratiche di trattamento delle piante è complesso per varie ragioni: in primo luogo ogni terreno ha caratteristiche proprie e ogni anno è diverso dal successivo in termini climatici. Perciò, un piano standard non può esistere".

"I risultati – afferma il presidente IVVT Gianni Moresi – sono senz'altro incoraggianti e stimolanti per il futuro. Tuttavia, la strada da percorrere rimane ancora molta. L'auspicio in tal senso è che tutte le diverse anime del settore vitivinicolo e l'ente pubblico collaborino compatte verso lo stesso obiettivo". 

Il direttore del Laboratorio cantonale Marco Jermini ha spiegato il ruolo del laboratorio nella Commissione fitofarmaci. "Noi fungiamo da poliziotti o controllori. I dati appena illustrati sono un ottimo inizio e fanno ben sperare per il futuro. Maggiori controlli hanno portato a più attenzione. E più attenzione è sinonimo di più qualità". E qualità – viene da dire – fa rima con il vino ticinese.

I dati della vendemmia 2019

Nella conferenza stampa sono stati presentati anche i risultati della Vendemmia 2019. Una "vendemmia di qualità" il cui quantitativo raccolto ha superato di poco i 60'260 quintali, ciò che ha permesso di incantinare l'8% in più rispetto alla media decennale. Il prezzo delle uve è quindi stato fissato a 365 franchi al quintale. Le uve raccolte durante la Vendemmia 2019 sono "di livello sanitario buono" e possiedono "una ricchezza zuccherina di 21° gradi Brix".

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