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Cronaca
10.12.2019 - 09:170

Incidente mortale a Milano, l'autista passato con il semaforo rosso: "Ero distratto, stavo firmando la cedola"

L'uomo, un 28enne italiano, avrebbe spiegato ai colleghi che "non avevo le mani sul volante perché stavo firmando la cedola". Le parole del fidanzato della vittima: "Non si può morire così"

MILANO – Una donna è morta in seguito al grave incidente di sabato mattina in viale Bezzi, a Milano, dove un filobus e un camion per la raccolta dei rifiuti si sono scontrati violentemente (vedi articoli suggeriti). La colpa è tutta dell'autista del filobus, colpevole di non aver rispettato la precedenza semaforica. Lo schianto è stato inevitabile, il bilancio è tragico una donna morta e altri 17 feriti. L'uomo è stato iscritto al registro degli indagati per omicidio colposo e lesioni colpose.

Ma gli inquirenti vogliono fare piena luce sulla vicenda. Motivo per cui hanno acquisito le immagini di due telecamere che hanno ripreso l'incidente da prospettive diverse. L'inchiesta mira a capire per quale motivo l'autista si sia distratto alla guida e abbia ignorato il semaforo rosso. Tra i dipendenti dell'Atm – riporta il Corriere della Sera – gira una voce che spiegherebbe, ma non giustificherebbe, il terribile incidente. Lo stesso autista avrebbe riportato ai colleghi che "stavo firmando la cedola e ho staccato le mani dal volante". La cedola è una sorta di "diario di bordo" che tutti gli autisti devono compilare entro la fine di ogni turno di lavoro. Ma in tal senso le regole dell'Atm sono piuttosto chiare: la cedola deve essere firmata prima di entrare in servizio. 

All'uomo – un 28enne siciliano – è stato sequestrato il cellulare. Obiettivo: capire se lo smartphone abbia prodotto traffico (messaggi, mail, dati, ...) nei momenti precedenti all'impatto (le 8:08 di sabato 7 dicembre ndr). 

Chi era Shirley Calangi Ortega

Shirley Calangi Ortega. Si chiamava così e aveva 49 anni la donna morta nel tragico incidente di viale Bezzi. La donna era fidanzata con un 45enne italiano, Christian Ghinaglia, che ai media italiani chiede "giustizia" e racconta che "al momento dell'incidente era appena salita sul mezzo". Shirley era in italia dal 2007, quando aveva lasciato le Filippine, il Paese di cui era originaria. "Amava stare con i bambini, di lavoro faceva la tata. Adesso chiedo che chi ha sbagliato paghi, non si può morire così...".

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