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20.01.2020 - 10:340

L'avvocatessa Coronelli contro Lara Filippini: "La sua interrogazione un attentato all'integrità professionale, sociale ed economica"

L'avvocatessa risponde alla deputata UDC: "Idiozie. In Ticino vige una chiusura mentale discriminatoria, a spregio di tutti quei diritti fondamentali nei confronti di soggetti bisognevoli..."

BELLINZONA – "In bucalettere, in questo periodo si trova di tutto. Dalla classica corrispondenza postale, alle cartoline d’auguri, alle promozioni nei negozi, finanche a improbabili pubblicità di difesa di tipo legale con tariffe molto convenienti! Nella mia casella postale, il 23 dicembre 2019, mi sono ritrovata una nota pubblicità di "assistenza e consulenza giuridica" (?) LEX ET IUSTITIA CORONELLI che, con toni a dir poco accattivanti (?), chiede al lettore del flyer se sente di aver subito delle ingiustizie di tipo legale e, se la risposta è SÌ, ecco che è a sua disposizione con una prima consulenza telefonica e che la spesa a seguire si adatta alle esigenze di chi lo contatta. Nella pagina posteriore si parla poi che lo studio in maniera altisonante "protegge i diritti umani””. Recitava così parte del testo dell'interrogazione che la deputata UDC Lara Filippini ha inoltrato il 7 gennaio scorso al Governo per fare luce sul caso dell'avvocatessa Coronelli, apparentemente "iscritta all'Albo di Como".

Interrogazione alla quale la diretta interessata ha chiesto di rispondere tramite una presa di posizione che riportiamo integralmente di seguito:

*Di Lucia Coronelli

La titolare della “Lex et Iustitia”, esterrefatta dalle asserzioni sceniche ad opera d'arte contenute nell'interrogazione parlamentare sollevata dalla deputata UDC Lara Filippini, controbatte repentinamente alle accuse promosse dalla deputata stessa la quale quest’ultima in tale evenienza, a giudizio della titolare, si è soltanto palesata niente meno che in una singolare e struggente drammaturga ampollosa. Difatti, le affermazioni e le domande pubbliche rivolte all'autorevole Consiglio di Stato si rivelano, a giudizio della titolare cui fa capo la responsabilità dello studio Lex et Iustitia, tanto inveritiere quanto arzigogolate, fondate su dichiarazioni manifestamente travisate e mistificate ad opera d'arte (pratica molto usuale in Canton Ticino nel campo istituzionale), rasentando l'inverosimile in cui la stessa interrogazione parlamentare, con il medesimo linguaggio, è violentata dalla prepotenza di accertamenti falsi e inesatti che si esprimono in deduzioni di straordinaria e allusiva irrealtà, mettendo arbitrariamente in cattiva luce la reputazione dello studio e della titolare stessa attraverso una dichiarata pubblicità improba e ingerenza arbitraria nella vita privata altrui. Difatti, la titolare in seguito alle dichiarazioni pregiudizievoli della Sig.ra Filippini, a dir poco velleitarie, esorta la stessa nel contenersi perentoriamente quando diffama imprese e vite altrui, creando inevitabili illusioni e allusioni attraverso giochi di parole raffinati con ricerca di ossimori e interrogazioni retoriche.


Come se non bastasse, in seguito all’arbitrario intervento della deputata ovvero Sig.ra Lara Filippini, dato che la pratica politica in generale non mi appartiene affatto, a maggior ragione quella della Lara Filippini, l'accanimento e l'ingerenza arbitraria è confermata soprattutto a livello politico: oltre al danno pure la beffa per futili motivi, privi di esistenza effettiva e tangibile sui reali fatti. Un episodio tristissimo di accanimento inaudito nei confronti della mia impresa, con estrema franchezza, e uso il condizionale, ne risulterebbe un aspetto drammatico della democrazia: un vero e proprio attentato all'integrità sociale e imprenditoriale, in netta violazione alla libera circolazione e professione degli stranieri nel territorio elvetico. Lo Stato di diritto che fine ha fatto? Tutta questa persecuzione costruita ad arte ha solo ed evidentemente come losco fine quello di boicottare l'esercizio di un umile e onesto esercizio professionale di utilità sociale.


Quale illegalità ravvisa la Sig.ra Filippini nella pubblicità mediante volantinaggio? Non sarebbe stato più raziocinante per la stessa strappare semplicemente il volantino e gettarlo se lo riteneva non gradito, piuttosto che sollevare frivole interrogazioni parlamentari nei confronti di un volantino (cfr. allegato) che sponsorizza l’esercizio di un impresa che protegge i diritti umani e si occupa principalmente di assistenza e consulenza giuridica tutelando le fasce più sfortunate della popolazione al fine di garantire a tutti il riconoscimento dei loro diritti?


La verità è nuda e cruda ed è unica nel suo genere: le persone scomode che riscattano i loro diritti e gridano ad alta voce la verità, contestando il marcio che va avanti già da anni, sono iniquamente etichettate e malvolute, soprattutto se si tratta di persone che difendono altre categorie di soggetti svantaggiati nel territorio e che nulla pretendono che una vita dignitosa e decorosa al pari di tutti gli altri esseri umani.


È di lapalissiana evidenza che nel territorio elvetico e soprattutto in Canton Ticino vige una chiusura mentale alquanto discriminatoria, a spregio di tutti quei diritti fondamentali nei confronti di soggetti bisognevoli appartenenti a fasce più svantaggiate che, nel momento in cui questi ultimi, legittimamente, tentano di riscattare i propri valori fondamentali, sono già classificati ed emarginati in maniera abusiva e ritorsiva da istituzioni, uffici ed enti tutti.


Cosa ancora più sconcertante e triste è che tutti sanno e nessuno, dico nessuno con lo zero assoluto, si attiva per contrastare tali piaghe susseguite da attività altrettanto corrotte, espletate in concorso morale e materiale tra le più disparate istituzioni, contravvenendo a quella vera, sana e genuina Legalità! Di contro, prevale soltanto l'assolutismo in contrasto alla giusta ed equa democrazia e giustizia!


Nessuno, quantomeno la scrivente, ha mai intaccato il prezioso reclamato monopolio dell'avvocatura perché, contrariamente a quanto si vuole far credere all'opinione pubblica, volutamente mal interpretato e congetturato, di fatto, non è stato realizzato alcun illecito dal momento in cui tutte le attività espletate sono state svolte con la massima trasparenza, lealtà e correttezza, per di più in buona fede, a differenza dei denuncianti che utilizzano abusivamente il presupposto della concorrenza sleale, attraverso mezzi giuridici e politici, esponendo prove infondate e false circostanze di fatto.


Con queste insistenti e reiterate accuse arbitrarie, saremmo all'apice del degrado legale che così come già espresso tali comportamenti insidiosi integrano senza dubbio una turbata e negata libertà di esercizio alla libera professione e circolazione che costituiscono un evidente patologia del sistema economico sociale, essendo il cancro della democrazia e della libertà sul lavoro, in quanto attività contraria alla correttezza idonea a danneggiare l'altrui esplicazione delle capacità fisiche, intellettuali e pratiche.


Un vero e proprio obbrobrio nonché vituperio è stato arrecato alla Lex et Iustitia con quest'ultimo vile intervento della Sig.ra Lara Filippini, un attentato all'integrità professionale, sociale ed economica! Seppur sempre fedele e certa ad essa e cioè a quella vera ed imparziale, sussiste a tutta evidenza nel territorio ticinese un’indiscutibile problema di “Stato di diritto”, non solo politicizzato ma che effettivamente è collegato solo strettamente al problema accusatorio e di mal informazione attraverso atti vili e sciovinisti. È triste dirlo, ma troppo spesso il «diritto di accusare» e il diritto di «informare l’opinione pubblica» sono sconfinati in altro: faziosità, deformazioni, denigrazioni, mala informazione, vite distrutte. In succinto, quello che ti tolgono non te lo ridà nessuno!

Non mi è dato sapere a quale titolo di avvocatessa alluda la Sig.ra Lara Filippini, fatto sta che io personalmente non ho mai divulgato tali idiozie! Dunque, chi possiede un buon criterio di valutazione e sia capace di agire con discernimento dovrebbe formulare un giudizio tanto semplice quanto efficace prima di proferire eresie a vanvera, tant’è vero che una cosa è dichiararsi e/o “spacciarsi” avvocatessa pubblicamente in maniera arbitraria e plateale, un’altra cosa è interpretarlo per ignoranza e/o pensarlo di proposito al fine di trovare un “escamotage ad hoc” per sollevare gratuitamente accuse artefatte e fasulle nei confronti di persone oneste e integerrime, tutt’altra cosa invece è volerlo intenzionalmente credere.


Se per errata consuetudine si volessero interpretare i fatti come intenzionalmente concepisce solo la Sig.ra Lara Filippini (o chi per lei), se io stessa dovessi effettuare un'attività finalizzata a trovare, attraverso qualsiasi motore di ricerca, la stessa Sig.ra Lara Filippini (sino ad oggi a me sconosciuta), potrei ragionevolmente pensare che dall’atteggiamento e dalle pose artistiche della stessa, nelle accurate foto che appaiono tra le immagini online al fine di essere ritratta e/o fotografata, si potrebbe teoricamente pensare che si tratti di una famosa modella che ha posato per i più noti pittori di quest’epoca ma che purtroppo, in realtà e in pratica, non è! Ergo, di cosa stiamo discutendo realmente e soprattutto quale fine si vuole perseguire attraverso l’impiego abusivo ed improprio della politica contro Lex et Iustitia? La domanda sembra piuttosto retorica e la risposta ugualmente ovvia. 

Dunque, anziché cercare di conquistare d'emblée la simpatia della popolazione attraverso mere dichiarazioni opinabili e pretenziose atte a dar luogo a impure e immotivate maldicenze sulla mia impresa e vita privata, colgo l'occasione per lanciare alla Sig.ra Lara Filippini (o chi per lei) un monito ossia un consiglio nell’adempiere diligentemente al ruolo di cui dovrebbe realmente occuparsi e cioè quello di dedicarsi a problemi ben più rilevanti e urgenti che coinvolge la popolazione nel territorio ticinese, astenendosi di infangare e deplorare la mia onesta e leale professione, tuttavia espletata sempre e comunque con profusa rettitudine e alto spirito di abnegazione. 

Piuttosto che pensare alla Lex et Iustitia che sicuramente non rappresenta alcun tipo di problema nell’odierna società (anzi, semmai il contrario considerata la ragione sociale dell’impresa) di fronte invece a tante altre preoccupazioni sociali, pubbliche e di legalità, esorto la Sig.ra Lara Filippini, a promuovere e gestire meglio la spinosa questione dei “conflitti d’interesse”, già ampiamente discusso e dibattuto in più occasioni e in altre sedi, dunque si sollecita ad una profonda revisione del sistema attuale, compreso il consolidamento delle norme frammentarie che disciplinano la questione, chiedendo anche “meccanismi più efficaci di controllo e di responsabilità”, attraverso l’istituzione di opportuni ed “incondizionate” autorità nazionali di anticorruzione avente come funzione la vigilanza e la prevenzione della corruzione (a tal proposito si rimanda alle raccomandazioni del GRECO), anziché ledere disinteressatamente le professioni oneste altrui attraverso futili e infondate interrogazioni parlamentari!

Ciò vuole solo essere un consiglio spassionato detto da una straniera che sente e opera secondo i principi giuridici e leggi morali di virtù e onore, diversamente da quello che si vuol far apparire nei miei confronti attraverso mere fanfaluche espresse per soli fini politici discriminatori!


Lex et Iustitia, titolare di sani principi, ringrazia invece tutti coloro che sostengono la ragione sociale dello studio, dacché rimarrà sempre fedele alla virtù eminentemente sociale di far riconoscere e rispettare i diritti altrui, attribuendo a ciascuno ciò che gli è dovuto secondo la ragione e la legge, sia come consapevolezza, sia come prassi dell'uomo singolo e delle istituzioni in genere.

*Titolare della “Lex et Iustitia”

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