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Cronaca
10.02.2020 - 11:470
Aggiornamento: 12.02.2020 - 09:49

La scrivania vuota, il numero 7 come omaggio. "Ciao Muli, ci sono cose nella vita che non hanno un senso"

I social sono invasi di ricordi del 40enne morto in un incidente con la motoslitta, dovuto probabilmente a un malore

LUGANO - “Che brutto Ciccio!! Che brutto entrare nella tua agenzia stamattina per lasciare un fiore sulla tua scrivania! Stamattina era diverso da tutte le altre volte! Non sono nemmeno riuscito a fermarmi un secondo! Solo il silenzio la tua scrivania vuota e null’altro! Non rivedrò mai più il tuo sorriso ma lo voglio ricordare per sempre!Come la tua stretta di mano e la tua voce che mi chiedeva se volevo un caffè! Era sempre un piacere passare perché mi Trasmettevi quella forza e quella gioia di vivere che avevi ! Ora non lo sarà più! Sarà solo un agenzia ... fai buon viaggio”, è solo uno degli innumerevoli messaggi di cordoglio per Flamur Krasniqi, deceduto in un incidente con la motoslitta.

Le cause e la dinamica dell’incidente sono ancora al vaglio dell’inchiesta, confermano i Carabinieri di Clusone. Un’ipotesi potrebbe essere un malore che gli ha fatto perdere il controllo del mezzo, che aveva già usato. I compagni di avventura dell’uomo, tra cui anche un responsabile della società che gestisce e noleggia i mezzi, hanno chiesto aiuto a chi si trovava presso il Rifugio Magnolini ma i soccorritori hanno solo potuto constatare la morte di Krasniqi.Si era sposato l’anno scorso e lascia due bambini piccoli, rendendo ancor più terribile il tutto. Di lui raccontato che si era speso per la famiglia d’origine, mamma, due sorelle e un fratello, dopo la morte del padre. Era di origine kosovara.

L’amico Alessandro Veletta gli scrive: “Ho sfidato la chiesa, e tu che sei di religione mussulmana mi hai fatto da testimone alle mie nozze, perché volevo che tu fossi stato il mio testimone. Perché sei sempre stato un amico e un uomo con le palle, hai portato avanti con le tue forze la famiglia dopo la perdita del papà. Ti ho sempre ammirato, e te l'ho sempre detto, sei arrivato qui, e ti sei fatto il c--o per arrivare dove sei arrivato e tante persone erano solo invidiose per quello che sei diventato. Io no, ero orgoglioso di te, faccio fatica a scrivere amico mio. Le prime partite a due campi al calcetto,eravamo ragazzini, i nostri litigi, le nostre serate in discoteca, week end a Rimini e Toscana, le cene che facevamo a casa tua dove tua mamma ci viziava con il burek e i baklava. Il matrimonio di tua sorella e poi i tuoi 40 anni trasformati in nozze, che sorpresa all'anima. Quante cose meravigliose passate insieme. Eravamo i maranza boys, eravamo un bel gruppo d'amici. E ora sto male da quando ho ricevuto la notizia. Mi fa male il cuore amico mio, nel momento del bisogno ci sei sempre stato, sempre. Devo dirlo a mia mamma e non so come fare, Muli, lei ti voleva bene come un figlio. Ovunque tu sei in questo momento amico mio di sicuro so che sei nel mio cuore. Ti voglio bene fratello. Adesso I tuoi genitori ti possono riabbracciare ed essere orgogliosi del figlio che hanno avuto".

“Che brutta notizia. Sincere condoglianze alla famiglia. Ogni volta che combinavo un guaio con l’auto mi aiutavi sempre per non fare arrabbiare mio padre. Ho sempre ammirato la tua voglia di fare, di lavorare, la tua simpatia”, racconta il giovane nobile Nicola Schulz Bizzozero Crivelli.

E le foto. Fotografie di Flamur a tavola, sorridente con gli amici. Lui sul campo da calcio, con i ricordi dei compagni di squadra: aveva giocato nel Paradiso e nel Rapid Lugano. “Ci sono cose nella vita che non hanno un senso, purtroppo però capitano, e quando succedono rimani senza parole per il dolore che ti lasciano. Ciao CICIO, resterai sempre nei nostri pensieri”, scrive qualcuno: ed è proprio così.

“Mi ricordo ancora il tuo inizio come apprendista e poi la tua decisione: o il calcio o la vendita, hai scelto la seconda strada con tante soddisfazioni ma il destino è feroce mancherai a tutti”, così viene descritto il suo percorso professionale, una vita all’AMAG di Lugano.

“Dai banchi di scuola... Alle partite a calcio... Sei sempre stato leale positivo e sorridente. Per questo, la vita è terribilmente ingiusta a volte! Buon viaggio Flamur Krasniqi. Un giorno ci riabbracceremo tutti!”. un altro ricordo.

“Oggi ho perso un fratello. Un numero uno. Da oggi il nostro allenamento delle cinque del mattino non sarà più lo stesso. Da oggi il Bomber correrà con i grandi del cielo. Mi lasci così senza parole, senza una logica. Ti voglio bene”, e un’ennesima foto, con lui sempre sorridente. “Un destino troppo crudele si è scatenato su una cara persona, sempre sorridente, disponibile, per tanti, un amico”.

In molti lo ricordano mettendo come immagine profilo un 7, il suo numero. 

Tra questi Mirko D’Urso, che gli dedica un lungo messaggio: “Ciao Muli. Non eri per me uno di quegli amici che si contano sulle dita di una mano, ma eri una di quelle persone che quando le conosci non le dimentichi più. Prima di te ho conosciuto tuo padre. Avevo 20 anni e dopo l’esperienza in Serie A mi sono ritrovato per qualche mese a lavorare al Gabbani e a vendere panini. Non è stato un periodo facile per me. In poco tempo mi sono ritrovato dalle pagine dei giornali alla via Pessina. Però il primo collega che ho conosciuto è stato tuo padre. Arif. E anche grazie a lui, ho capito che nessun lavoro era “umiliante”. Era un figo e con lui ci siamo fatti una marea di risate. Mi parlava spesso di te. E diceva che aveva un figlio che giocava molto bene a calcio. Pensavo che fosse uno di quei papà che esaltavano il proprio figlio a prescindere. E invece no. Aveva ragione. Eri proprio forte. Poi ti ho conosciuto. Eravamo molto diversi, ma allo stesso tempo molto simili. Entrambi con una forte personalità, entrambi egocentrici, entrambi sfacciatamente schietti.  Eri “spaccone”, ma buono. E quello che volevi ottenere, lo ottenevi. Donne, lavoro, amicizie, soldi. Eri un gran lavoratore, eri un leader. In campo e fuori. Abbiamo giocato un anno insieme a Porza. Un anno particolare. In campo andavamo d’accordo (nonostante ogni tanto ci si mandasse a fanculo) e anche le serate trascorse insieme erano sempre divertenti. Al Lido d’estate, alle cene, durante le nostre partite di Poker con amici.  Avevamo tante vere amicizie in comune e immagino come possa soffrire in questo momento Guido. Io non so se esista un aldilà, non lo so se esista qualcosa dopo la nostra vita terrena. Il mio credo, o meglio il mio non credo, mi fa pensare che non ci sia nulla, ma credimi se ti dico che in momenti come questi lo spero con tutto il cuore che ci sia altro, che ci sia una dimensione extra terrena e che da lì tu possa proteggere la tua famiglia e tutti quelli che hai amato. Ne hanno bisogno. Non sono tutti forti come te!! Sei l’esempio perfetto di come l’integrazione, quella vera, arricchisca la nostra società! Ciao Muli...o come dicevi tu...ciao Ciccio. E salutami Arif!". 

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