CRONACA
“Ok, amore, vai e stupra le donne ucraine”
L'abominevole conversazione tra un giovane soldato russo e la moglie. Un macabro scherzo o la descrizione della realtà?

MOSCA - “Ok, amore, vai e stupra le donne ucraine”. Una frase sconvolgente tra un soldato russo e la moglie, restituisce in modo crudo uno degli orrori maggiori delle guerre: la violenza sessuale sulle donne. La notizia ha fatto presto il giro del Mondo e, nonostante alcuni riscontri importanti, conviene continuare a maneggiarla con le pinze. 

I protagonisti della vicenda si chiamano Roman e Olga, sono ventenni, hanno un bimbo di 5 anni e vivono in Crimea dal 2018.  La loro conversazione, una trentina di secondi all'interno di un dialogo più lungo non conosciuto, viene diffusa dai servizi segreti ucraini il 12 aprile. L'intercettazione sarebbe avvenuta mentre Roman si trovava a combattere a Kherson. Le parole utilizzate dalla coppia appaiono talmente abominevoli da puzzare di propaganda. Tuttavia un team di giornalisti del servizio russo di Radio Free Europe/Radio Liberty — un’emittente finanziata dal governo americano nell'est Europa, in Asia centrale e in Medio Oriente — e da Schemes, la squadra per le inchieste del servizio ucraino, afferma di aver rintracciato i protagonisti tramite i numeri telefonici (qui il video con l'inchiesta giornalistica https://www.youtube.com/watch?v=-y-H5N3iF_s).

“Li ho chiamati entrambi - ha raccontato su Twitter il giornalista russo Mark Krutov - hanno confermato i loro nomi, le loro voci combaciavano con quelle registrate”. Roman, che si trova attualmente ferito all’ospedale di Sebastopoli, ha tuttavia negato di essere stato a Kherson e soprattutto di essere la persona della telefonata. Olga, dal canto suo, non ha voluto rispondere ad altre domande e ha cancellato i suoi profili social. 

Ma torniamo alla conversazione. “Ok, amore, va bene, vai e stupra le ucraine. Poi non raccontarmi niente, d’accordo?", dice la donna al marito. "Non devo raccontartelo?”, replica lui. "No. Così io non ne so niente”, ridacchia. «Ma davvero posso?", insiste l’uomo. “Sì - conferma la moglie - ma mi raccomando, usa il preservativo!”.

Se tutto ciò fosse vero sarebbe abominevole poiché, oltre alla crudeltà sconfinata dei protagonisti, confermerebbe che l’esercito russo “utilizza” lo stupro come arma sistematica di guerra, tanto che i suoi soldati ne chiacchierano liberamente al telefono anche con i famigliari. Una vera e propria pratica, insomma, come sparare. E non sarebbe certo una novità, essendo la violenza sessuale sulle donne una tragica componente di tutti i conflitti, antichi e moderni. Ma tra le ipotesi vi è anche quella che la coppia stesse semplicemente facendo della macabra ironia. “Magari era soltanto uno scherzo stupido -  ha spiegato Mark Krutov - ma gli stupri di massa effettuati dai soldati russi in Ucraina sono reali, ci sono molti rapporti orribili, alcuni provenienti anche dalla regione di Kherson”.

La speranza, insomma, è che quelle parole siano rimaste soltanto parole.

 

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