CRONACA
Mercadini: "Michelangelo oggi sarebbe un Elon Musk. Leonardo farebbe la fame"
Intervista allo scrittore, attore e youtuber che il 9 settembre aprirà a Lugano Endorfine Festival: "La bomba atomica costruita da alcuni dei più grandi geni della storia dell'umanità"

LUGANO - Scrittore, poeta, attore, youtuber, divulgatore e chissà quante altre cose ancora. La sorgente artistica di Roberto Mercadini, romagnolo, classe 1978, non si può incasellare in una sola forma espressiva. Sgorga libera e come l’acqua segue mille percorsi per raggiungere il suo pubblico, sempre più numeroso: un torrente di montagna, il mare o magari la fontana della piazza del paese.

In molti lo hanno scoperto attraverso YouTube, dove i suoi video hanno titoli come “L’armonia del cosmo e l’arte di ammettere i propri errori”, “La Bibbia racconta storie vere?”, “Il paradosso della Gioconda” o “I cetrioli, in realtà, sono meloni”. Altri sugli scaffali delle librerie: le sue ultime due opere - “Bomba Atomica” e “L’ingegno e le tenebre” - hanno avuto un enorme successo di pubblico e di critica. Infine, c’è chi ha conosciuto Roberto Mercadini a teatro, nelle vesti di attore, in una delle tappe in giro per l’Italia in cui propone i suoi monologhi: da Shakespeare a Dante, dalla Bibbia a Moby Dick.

Venerdì 9 settembre alle ore 21.15, Roberto sarà a Lugano - “è la mia prima volta in Svizzera” - dove aprirà la quarta edizione del Festival Endorfine (www.endorfine.site). Nel corso dell’incontro con il pubblico, Roberto converserà sui suoi ultimi libri e sulla sua attività artistica. Per chi fosse interessato a partecipare la prevendita è aperta (clicca qui). Nell’attesa di ascoltarlo dal vivo a Lugano, abbiamo potuto porgli qualche domanda.

Roberto, tu hai pubblicato “Bomba atomica” - dove racconti la storia delle due bombe lanciate sul Giappone, dalla genesi all’esplosione - nel 2020, quando il pericolo di una guerra con ordigni nucleari  sembrava archiviato nei libri e nei film sulla guerra fredda. Dopo l’aggressione della Russia all’Ucraina, invece, la paura atomica è tornata nelle menti e sulla bocca di tutti. Che effetto ti ha fatto?
“È stata una sorpresa inquietante perché non pensavo che la realtà e l’attualità avrebbero superato lo scopo originale del libro: narrare attraverso questo grande fatto storico la natura umana, che è sempre la stessa. Come molti pensavo che la guerra in Europa fosse qualcosa di superato. E ancora di più la possibilità che si tornasse a parlare di “bomba atomica” come un’opzione bellica. Mi ricordo che quando è scoppiata la guerra tra Russia e Ucraina, con annessa minaccia atomica, diversi utenti hanno postato sui social la copertina del mio libro. Un libro che, come detto, ha trovato un’attualità, andando ben oltre le mie intenzione”.

Tu che l’hai studiata a fondo per poterla raccontare, ritieni plausibile che una bomba atomica possa essere sganciata di nuovo?
“La bomba atomica non è stata più sganciata dopo quella prima doppia volta sul Giappone ad opera degli Stati Uniti. Quel grande fisico Niels Bohr, che partecipò al progetto Manhattan, disse che la bomba avrebbe provocato una tale tragedia che nessuno si sarebbe più azzardato a riutilizzarla. Nel breve fu smentito perché venne sganciata la seconda “atomica” su Nagasaki. Però è vero che da allora non è mai più accaduto. Ritengo quindi estremamente improbabile il ricorso a quest’arma, per quanto possano essere pazzi coloro che governano i popoli”

Tra i molti effetti nefasti della bomba atomica, quale ti colpisce di più?
“A Hiroshima, dopo l’esplosione, sono rimasti sui muri quelli che chiamano “i fantasmi”: la sagoma di alcune vittime che l’onda d’urto ha disintegrato ma ha lasciato impressi sulle pareti come fossero su una pellicola fotografica. Quelle immagini sono veramente impressionanti. E trovo che “fantasmi” sia proprio il termine corretto per descrivere gli effetti dell’esplosione su quelle povere persone”.

La costruzione della bomba atomica, nell’ambito del Progetto Manhattan, fu anche una delle opere d’ingegno più grandi della storia dell’umanità. Un paradosso diabolico. 
“È così. La bomba atomica è stato il frutto di una rivoluzione scientifica prodotta da alcuni dei più grandi geni della storia dell’umanità, non solo del ‘900. Parlo di personalità come Enrico Fermi, Niels Bohr, Robert Openheimer…C’era un clima e un fermento elettrizzante in quel gruppo, tanto che “Il progetto Manhattan” veniva definito da quelli che ne facevano parte in due modi. Il primo: “Una nuova Atene”. Un nuova Atene…non so se mi spiego: Platone, Socrate, si sentivano di vivere un’esperienza a quel livello lì. Il secondo modo, invece, era “Il club più esclusivo del Mondo”. Per capirci, quello era un gruppo dove il più stupito aveva il premio Nobel. E di fronte a tutta questa scienza, a questa genialità, torna prepotente la domanda di fondo: perché non si sono fermati? Perché non hanno avuto la tensione etica per non andare fino in fondo? Io credo che in parte la risposta sia proprio in questo aspetto: nel sentirsi parte di uno dei gruppi più esclusivi della storia dell’umanità. Diabolicamente affascinante”. 

Veniamo al tuo ultimo libro, “L’ingegno e le tenebre”, che narra il Rinascimento attraversò la rivalità tra Leonardo e Michelangelo. Innanzitutto: perché questo titolo?
“Credo che sia un binomio che fotografi bene l’ambiguità di quel periodo. Di solito quando si parla di Rinascimento si pensa alla luce,  all’armonia, alle opere artistiche, ai grandi geni che vissero in quel tempo. Ma quella fu anche un epoca di tenebre, violenze inaudite, di fanatismi religiosi e con una mortalità infantile spaventosa. Il Rinascimento alla fine è stato un sogno dentro grande incubo”.

Ma tra Leonardo e Michelangelo, alla fine, chi preferisci tra i due?
“Ho scritto il libro per scoprirlo e mentre lo scrivevo mi ha divertito più Leonardo. Infatti i capitoli dedicati a lui sono leggermente più lunghi. Quando l’ho riletto per registrare l’audiolibro, però, mi sono innamorato di Michelangelo. Forse Michelangelo è ancora più alto e sublime di Leonardo, perché lui vede il divino nell’umano. Nella sua forza drammatica c’è qualcosa di insuperabile. Se tu analizzi la “La Pietà”, quella vaticana, ti rendi conto che non ha scolpito i corpi di Maria e Gesù, ma la loro anima. È qualcosa che viene dall’altro mondo. Pensa poi al “Giudizio Universale”. Normalmente, nelle molte rappresentazioni che ne sono state fatte nella storia dell’arte, “Il Giudizio Universale” è una composizione d’immagini, dove di solito il piatto forte è l’inferno. Michelangelo nel suo “Giudizio” non mette l’inferno, C’è solo una grotta con due uomini e due diavoli. E lo fa perché l’inferno nella sua opera è ovunque. È nel cielo, negli angeli che sono anche diavoli, persino il Cristo ha dei tratti demoniaci. C’è un audacia spirituale sconvolgente in quest’opera”.

Qual è l’episodio più curioso in cui ti è capitato d’imbatterti raccontando la rivalità di Leonardo e Michelangelo?
“Ce ne sono molti, ovviamente. Te ne racconto uno legato a Leonardo, perché rende bene quanto Da Vinci fosse interessato molto ai suoi studi e molto poco alla fama e ai soldi. Leonardo, infatti,  non aveva nessuna concezione dell’arte come attività imprenditoriale. Ma veniamo al fatto. Papa Leone X gli chiede un dipinto. Lui accetta ma dice che vuole metterci “la vernice”,  una sostanza che si spargeva sui dipinti per lucidarne i colori e anche per proteggerli. Ma Leonardo non sa come si fa la vernice e allora si mette a fare degli studi per scoprire come distillarla. Il Papa capisce a quel punto che il quadro non lo farà mai e così in effetti andò. Questo era Leonardo che invece che guadagnare da una commessa papale, si mise a fare degli studi di chimica”

C’è un personaggio contemporaneo che ti ricorda Leonardo e Michelangelo?
“Michelangelo è certamente il più moderno dei due, ambizioso e laborioso. Oggi sarebbe un grande imprenditore, tipo Elon Musk. Nella sua vita ha mostrato una costanza e un impegno sovrumani per realizzare il suo obiettivo: diventare il più grande scultore di tutti i tempi.  Mentre Leonardo è completamente inattuale, oggi farebbe la fame”. 

Un altro genio che tu hai raccontato in profondità è William Shakespeare. Una volta hai detto: se fosse un nostro contemporaneo Shakespeare smaschererebbe l’ipocrisia dei social. Che intendevi dire?
“Se io dovessi identificare il filo rosso dell’opera di Shakespeare, direi “smascherare la finzione”, metterci in guardia dall’inganno delle parole, ricordarci che tutto il Mondo è teatro. Tutte le persone, infatti, indossano una maschera e, presto o tardi, devono recitare quello che ci sia aspetta di sentir dire da loro. E nei social c’è un trionfo dell’ipocrisia, quando decidiamo di raccontare la nostra vita, scegliendone solo alcuni aspetti. Io penso che se Shakespeare fosse un nostro contemporaneo, come si scagliò contro i luoghi comuni e le frasi fatte degli uomini del suo tempo, oggi metterebbe alla berlina la nostra ipocrisia social”

A proposito di Shakespeare. Ma era davvero lui l’autore delle sue opere, oppure credi a una delle tante ipotesi alternative che sostengono che si celasse qualcun altro dietro la sua penna?
“Era lui, era lui. Le leggende alternative sul suo conto, non sono sostenute dalla benché minima prova e si sono sempre sciolte come neve al sole”

Un ultima domanda allo youtuber Roberto Mercadini. Il tuo canale ti ha permesso di farti conoscere a un pubblico sempre più numeroso e trasversale, ma quale ruolo e quale spazio ha YouTube nella tua attività artistica? 
“Esattamente quello che hai detto: uno strumento di diffusione. YouTube non è un fine ma un mezzo. Mi ricordo molto precisamente, quale fosse la mia condizione artistica prima di aver una certa popolarità sui social. In Romagna ero seguito e coccolato, mentre fuori ero un perfetto sconosciuto. Ora, salvo casi strani dove magari ci sono problemi di promozione, ovunque vada in Italia ci sono almeno 150/200 persone. Ecco, YouTube mi serve a questo: a scrivere libri e a fare spettacoli”. 

Per chi fosse interessato ad ascoltare dal vivo Roberto Mercardini a Lugano il 9 settembre, può acquistare i biglietti in prevendita cliccando qui

 AELLE

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