CRONACA
Il grido di aiuto dei ticinesi a Rodi: "Siamo abbandonati". La versione del DFAE
Dieci adulti e undici bambini sono al momento sfollati in una scuola a causa dell'incendio che sta devastando l'isola. Il loro racconto: "Hanno separato le donne e i bambini dagli uomini. Abbiamo chiamato chiunque ma nessuno ha saputo aiutarci"

RODI - I ticinesi sfollati a Rodi chiedono aiuto, il DFAE dal canto suo spiega che sarebbero circa 200 gli svizzeri bloccati sull'isola devastata ormai da cinque giorni da un incendio. La help line ha ricevuto un centinaio di richieste di aiuto ma è difficile stimare con precisione il numero di elvetici che non possono lasciare la Grecia, perchè non tutti si sono annunciati tramite l'app dedicata. 

Per quanto concerne un eventuale rimpatrio in aereo, la portavoce Léa Zürcher sottolinea come "i collegamenti con Rodi, anche via aereo, sono ancora disponibili. L’aeroporto dell’isola, nello specifico, sta ancora ricevendo voli commerciali. I nostri connazionali, dunque, possono organizzare il ritorno a casa per conto proprio o tramite agenzia". Insomma, la Confederazione non organizza nulla, anche se segue la situazione.

E i ventun ticinesi al momento sfolalti in una scuola si sentono abbandonati. Una di loro posta su Instagram immagini dei bambini che dormono per terra. "Sfollati a Rodi in Grecia, abbandonati a noi stessi da qualsiasi autorità svizzera", scrive. "Se qualcuno condivide e riesce a darci una mano, volentieri. Siamo 10 adulti e 11 bambini".

  

 

Intanto un'altra delle donne ticinesi ha raccontato la loro odissea, spiegando che inizialmente le fiamme erano lontane dall'albergo e che non hanno pensato di andarsene perchè veniva detto loro che non c'era pericolo. L'hotel peraltro si riempiva di gente, solo dopo ha capito che si trattava di sfollati da altre strutture. Sulla nave che li ha portati a Rodi "hanno fatto imbarcare prima donne e bambini, quindi ci siamo separati dai nostri compagni. Fortunatamente noi 5 mamme siamo riuscite a stare con i nostri figli, tutti sullo stesso barcone che ci ha portato a Rodi. Siamo arrivati alle 4 di questa mattina. Hanno preso i nostri nomi, ci hanno dato acqua e da mangiare e ci hanno portato in una scuola. Alle 6 siamo riuscite a ricongiungerci con i nostri mariti e compagni: sono arrivati alle 6".

Attualmente sono in una scuola "piena di gente. Sembriamo degli sfollati, ci sono moltissime persone, e non c'è nessuno che ci dica qualcosa. Né le autorità svizzere né l’agenzia di viaggio"- Si sentono abbandonati:  "Abbiamo provato a contattare chiunque, dalla REGA al Consolato svizzero a Rodi, sino al DFAE. Nessuno ha saputo aiutarci, ci hanno detto di aspettare le autorità locali. Ma ancora attendiamo una risposta, almeno dalla protezione civile. Lascia perplessi il fatto che le autorità svizzere non abbiano saputo supportarci in nessun modo. È scandaloso, ci sembra di essere abbandonati a noi stessi".

Il DFAE, come visto, sostiene di non lasciarli soli ma che dovranno organizzare loro il rientro.

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