Omar Farang Zin, 48 anni, è stato aggredito da una madre con i cuccioli sulla Transfăgărășan. Filmava l’animale da pochi metri. Il cellulare ha ripreso tutto. L’animale è stato poi abbattuto
VARESE – Ricorda la tragica fine di Grizzly Man, il protagonista del documentario di Werner Herzog che racconta la morte di Timothy Treadwell, il naturalista americano sbranato da un orso in Alaska. Ma stavolta la scena non si è svolta nelle distese del nord America, bensì sulle spettacolari alture della Transfăgărășan, una delle strade più panoramiche della Romania. A perdere la vita è stato Omar Farang Zin, turista lombardo di 48 anni - abitava a Samarate - travolto e ucciso da un’orsa mentre tentava di avvicinarla e nutrirla. A filmare gli ultimi attimi è stato lo stesso Zin, con il cellulare in mano.
L’uomo, vedovo e dipendente della SEA all’aeroporto di Malpensa, dove da poco era stato promosso a coordinatore di scalo dopo trent’anni da autista sulle piste, stava affrontando in moto il celebre percorso della Transalpina e poi della Transfăgărășan, ribattezzata “La Follia di Ceaușescu”.
«Ecco l’orso! Che bello!»
Già il giorno precedente, Zin aveva postato sul proprio profilo Facebook entusiasti resoconti e foto di orsi avvistati a bordo strada. Questa mattina, la tragedia: l’uomo si ferma in un’area di sosta dove un’orsa si aggira con i cuccioli. Nonostante la pericolosità della situazione – una madre con prole è altamente protettiva e imprevedibile – Zin si avvicina con del cibo. Nel video pubblicato sui social si sentono le sue parole: “Ecco l’orso! Che bello! Sta venendo verso di me”.
Poi le immagini si interrompono. L’orsa lo ha aggredito con violenza, trascinandolo per oltre sessanta metri in un burrone. Il corpo è stato recuperato più tardi dai soccorritori, allertati da alcuni automobilisti testimoni della scena.
Il cellulare e le foto prima dell’attacco
“È sceso dalla moto e ha offerto del cibo all’orso”, ha confermato alla stampa locale Armand Chiriloiu, direttore della Direzione Forestale di Argeș. “Abbiamo trovato anche il telefono, che conteneva immagini dell’animale che si avvicinava sempre di più. Scatti ravvicinati, primi piani. Poi l’attacco”.
Le autorità hanno abbattuto l’orsa poco dopo, mentre veniva pattugliata l’intera zona per allontanare i curiosi. Sui social, la bacheca di Omar si è trasformata in un luogo di commozione e cordoglio.
“Mi mancherai tanto, avevamo un appuntamento al tuo ritorno, me l’avevi promesso”, ha scritto Monica Ranzini. “Amavi i viaggi e gli animali, che disastro”, il commento di Raffaella Marchegiano. Solo negli ultimi anni Omar era stato in Uganda, Mongolia, Israele, Perù, Cina, Capo Nord, e tanti altri luoghi, documentando con foto e video la sua inesauribile curiosità per il mondo.
Una tragedia annunciata?
L’incidente riaccende i riflettori sul problema della sovrappopolazione di orsi nella zona. Sulla Transfăgărășan vivrebbero oltre cento esemplari, secondo le autorità forestali, una densità quattro volte superiore al livello considerato gestibile.
“Le persone vengono qui apposta per vedere gli orsi, dar loro da mangiare, fotografarli da vicino. Ma la tragedia può accadere in qualsiasi momento”, ha dichiarato Dragoș Ionescu, del Fondo per la Caccia. Una denuncia condivisa anche da Nicu Gergely, che ha scritto sul profilo di Omar: “Tutti sanno che la situazione è fuori controllo. Gli attacchi si moltiplicano, ma nessuno fa nulla. Solo parole al vento”.
Natura selvaggia e illusione del controllo
Quella di Omar Farang Zin è una storia emblematica del fragile confine tra il fascino per la natura selvaggia e la sottovalutazione dei suoi pericoli. Come nel caso di Treadwell in Alaska, anche qui la convinzione di poter interagire pacificamente con animali selvatici si è scontrata con una realtà molto diversa.
Un tragico errore, pagato con la vita.