CRONACA
Arrestati i fiduciari luganesi legati a Daniela Santanché
I titolari della Wip Finance sono accusati di diversi reati finanziari. Nei mesi scorsi la ministra italiana aveva annunciato la cessione di azioni alla società ticinese nell'ambito del caso Visibilia

LUGANO - La notizia circolava insistentemente già ieri. Chi ipotizzava un arresto da parte degli inquirenti italiani, chi su ordine delle autorità ticinesi. Fonti fededegne assicuravano che la notizia era vera. Ma non abbiamo trovato conferme ufficiali, per cui abbiamo atteso. Il Fatto Quotidiano è uscito stamattina: “La polizia cantonale del Ticino ha arrestato i due fiduciari svizzeri che, per conto di clienti anonimi, avevano offerto tramite la società luganese Wip Finance 2,7 milioni per comprare il 75% del gruppo Visibilia dalla ministra del turismo Daniela Santanchè”. In carcere sono finiti J.L.S, presidente, e A.T., direttore della fiduciaria.

E in tarda mattinata, a ruota, è arrivato il comunicato del Ministero pubblico, che conferma “l'apertura di un procedimento penale, nato a seguito di indagini sviluppatesi nel corso degli ultimi mesi, che vede al centro una società fiduciaria con sede nel Luganese. Gli accertamenti sono finalizzati a comprendere se sussistano i presupposti di reati di natura penale nell'ambito di una estesa attività di raccolta e gestione di fondi (investimenti finanziari) in Svizzera e all'estero. Negli scorsi giorni si è proceduto a perquisizioni e sequestri di materiale, sia cartaceo sia informatico. È stato disposto l'arresto di una 48enne svizzera e di un 39enne italiano, entrambi domiciliati nel Luganese. Misure restrittive della libertà già confermate dal Giudice dei provvedimenti coercitivi (GPC). I reati ipotizzati sono quelli di truffa e appropriazione indebita, amministrazione infedele e riciclaggio di denaro. Ulteriori atti istruttori verranno valutati nei prossimi giorni in base anche all'esito delle verifiche e degli accertamenti. Dal momento che occorre tener conto della tutela del segreto istruttorio, non verranno al momento rilasciate ulteriori informazioni”. L’inchiesta è coordinata dal procuratore pubblico Daniele Galliano.

Il 1º agosto il Fatto, citiamo sempre dall’articolo odierno del quotidiano, pubblicato anche su Facebook, “ha rivelato che L. e T. amministravano in Svizzera cinque aziende i cui proprietari occulti erano riciclatori di enormi somme incassate con la frode all’Erario da clan di mafia e camorra. Insieme a decine di altre società, i due fiduciari gestivano per conto terzi imprese coinvolte nell’inchiesta Moby Dick sul “consorzio” tra mafiosi e camorristi per realizzare una mega-truffa carosello sull’Iva da 1,3 miliardi, 520 milioni dei quali in Italia, e il relativo riciclaggio”.

L’indagine condotta dagli uffici di Milano e Palermo della Procura europea (Eppo), insieme alla Guardia di Finanza di Varese e al Servizio centrale operativo e ufficio di Palermo della Polizia, che ha portato a 58 arresti di una rete attiva in Italia, Austria, Bulgaria, Dubai, Lussemburgo, Gran Bretagna, Olanda, Polonia, Repubblica Ceca, Singapore, Slovacchia, Svizzera, Ungheria.

Il silenzio degli inquirenti svizzeri, prosegue il Fatto, “non fa capire se gli arresti sono legati a “Moby Dick” o alle denunce di Giuseppe Zeno, azionista di minoranza di Visibilia per i cui esposti gli inquirenti svizzeri indagano sulla società Wip Finance che è stata commissariata dalla Finma, l’autorità finanziaria elvetica. A Natale, Daniela Santanchè aveva annunciato un accordo per cedere a Wip Finance il 75% di Athena Pubblicità, l’ex Visibilia Concessionaria, di Visibilia Editore e di una terza società. Il prezzo era di 2,7 milioni, con 600 mila euro già versati. Dopo il commissariamento, l’operazione è saltata e il 21 luglio Santanchè ha ceduto gratis il 75% di Athena e a cascata l’89,9% di Visibilia Editore all’editore Giorgio Armaroli. J.L.S. rivoleva da Santanchè l’acconto di 600 mila euro”. 

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