CRONACA
Aggredita sul treno a Milano, parla Stephanie: "Mi ha presa a pugni e minacciata di morte. Mi sono salvata da sola"
Il racconto della 20enne: "Delusa dalle persone che sono rimaste a guardare. Al mio posto poteva esserci chiunque"

MILANO – Il livido sulla fronte lo nasconde con un velo di trucco e una frangia di capelli. Ma la paura, quella, resta ben visibile negli occhi di Stephanie A., 20 anni, modella e commessa di origine brasiliana, residente a Milano.  La giovane ha raccontato sui social e ai carabinieri di Monza la brutale aggressione subita lunedì sera, poco dopo le 20, a bordo del treno regionale Bergamo–Milano, all’altezza della stazione di Carnate (Monza e Brianza).

“Mi fissava, poi ha cominciato a urlarmi addosso. Non lo conoscevo, non avevamo mai parlato. A un certo punto mi ha detto: ‘Sono io che faccio finire la tua vita’ e mi ha messo le mani al collo”.

Stephanie, che ha chiesto di non rivelare il cognome per paura, ha spiegato di aver tentato di difendersi con lo spray al peperoncino, ma l’uomo è riuscito a colpirla con un pugno in piena fronte. “Sono caduta a terra e mi dava calci – racconta – ho i segni sulla gamba, sul fianco, sui polsi. La gente guardava, ma nessuno è intervenuto”.

Quando il treno si è fermato, la giovane è riuscita a fuggire, scendendo di corsa alla stazione di Arcore, dove ha chiesto aiuto.

Grazie alla collaborazione tra la security di Trenord e la Polizia ferroviaria, l’aggressore è stato identificato e fermato mercoledì mattina. Si tratta di un 26enne straniero, con permesso di soggiorno scaduto e diversi precedenti penali per episodi simili.

Più che i lividi, a far male sono le ferite interiori. “Ancora non riesco a capire come sia potuto accadere – racconta Stephanie –. È stato un tentato omicidio da parte di uno sconosciuto. Sono rimasta delusa dall’indifferenza delle persone: nessuno ha fatto nulla. Al posto mio poteva esserci chiunque: la loro figlia, la loro madre.”

La giovane ha pubblicato su Instagram un video dell’aggressione, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica. “Voglio che la gente capisca che può succedere a chiunque. Una ragazza mi ha scritto in privato: dice di conoscere quell’uomo e di averlo già denunciato per stalking. Anche lei non lo aveva mai visto prima.”

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