POLITICA E POTERE
Successione Schnyder: scelto "l'americano" Gionata Buzzini
L'ufficio presidenziale del Gran Consiglio lo ha indicato all'unanimità come miglior candidato per diventare segretario del Parlamento

BELLINZONA - Ormai i giochi sembrerebbero fatti, anche se quando si parla di nomine tanto delicate quanto prestigiose, il condizionale non viene mai a sproposito per chi scrive. 

La lunga procedura per sostituire il segretario del Gran Consiglio Rodolfo Schnyder (nella foto tra Christian Vitta e Corrado Solcà), pronto a passare al beneficio della pensione ad aprile, ha trovato un nome: Gionata Buzzini, "l'americano", come lo chiamano molti disputati informati sui fatti che andiamo a raccontarvi. 

Buzzini, classe 1976, giurista, lavora infatti da otto anni a New York dove ricopre un incarico di prestigio presso le Nazioni Unite (ONU): è segretario di alcune commissioni. Non un posto, insomma, che si lascia facilmente se non per ragioni extra professionali. Di fatti ha deciso di rientrare in Ticino per stabilirsi qui con la famiglia con cui vive attualmente negli Stati Uniti. Una scelta di vita, un ritorno a casa, insomma.  

Il suo profilo è sbucato fra una cinquantina di curriculum giunti a Palazzo delle Orsoline. La complessa scrematura, durata più fasi e che qui riassumiamo, è stata affidata a un gruppo misto composto dai vertici dell'Ufficio Presidenziale del Gran Consiglio, dunque deputati, e alcuni dirigenti dell'amministrazione cantonale, oltre al Cancellierie Giampiero Gianella e all’uscente Schnyder. 

Dopo il vaglio si è arrivati a nove candidature, di cui tre segnalate in cima alla lista. A questo punto è tornato in gioco l'Ufficio presidenziale del Gran Consiglio al gran completo, l'organo in cui oltre al presidente e ai due vicepresidenti, sono rappresentati tutti i partiti attraverso i capigruppo.

Si è poi deciso di allargare da tre a cinque la rosa dei candidati da sentire e da cui è scelto il nuovo segretario. Si tratta di Davide Caccia, Lorenzo Bassi, Leandro Matasci, Alessandro Capelli oltre a Buzzini, ovviamente. Tutti sono stati sentiti, "l'americano", visto che lavora a New York, la prima volta via Skype.

Buzzini è di gran lunga il candidato che è piaciuto di più. Su di lui si è registrata l’unanimità. Tanto che il presidente Michele Foletti, durante l'ultima riunione avvenuta lunedì scorso, è stato incaricato di redigere il rapporto con solo il suo nome da presentare al Parlamento che dovrà procedere alla nomina in marzo.

Su questo punto c'è un'ultima questione procedurale che balla, pur senza creare particolari tensioni. Almeno per ora. L’Ufficio presidenziale, come abbiamo detto, ha scelto Buzzini come candidato unico da sottoporre al plenum per quella che sarà di fatto una nomina tacita. Ma nelle ultime ore c'è qualche deputato che sta ragionando sulla possibilità che venga concessa al Parlamento una scelta tra almeno tre fino a cinque candidati, con un'indicazione di classifica, termine un po' brutale ma che rende l'idea. 

Un'ipotesi, quest'ultima, che non suscita particolari entusiasmi nella maggioranza dell’Ufficio Presidenziale e sembra difficile che vada in porto. Vengono infatti sollevati alcuni dubbi. Ne citiamo due. Il primo: se su Buzzini vi è unanimità, non si può dire lo stesso per comporre il resto della classifica: chi piazzare al secondo, terzo, quarto e quinto posto? Divergenze che allungherebbero i tempi a suon di discussioni, si dice. Due: i deputati che non siedono in Ufficio Presidenziale non hanno avuto la possibilità di conoscere i candidati e neppure hanno avuto gli strumenti per valutarli. Come potrebbero scegliere per chi votare in scienza e coscienza?

Staremo a vedere se vi saranno cambiamenti di procedura. Ma detto questo Gionata Buzzini è virtualmente il prossimo segretario del Gran Consiglio. A meno di clamorose giravolte davvero difficili da immaginare oggi. Ma come sulle nomine, anche sulle dinamiche partitiche che le producono, il condizionale è sempre d'obbligo.

AELLE

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