POLITICA E POTERE
Pelli: "Lascio la politica, farò il nonno e torno a fare l'avvocato"
Il Consigliere Nazionale spiega le ragione del suo addio al Nazionale e racconta la sua Lunga carriera: "Felice di tornare a Lugano, nella mia città, dove cercherò di dare una mano..."

CAMORINO - A Opinione Liberale, il giornale del suo partito, Fulvio Pelli ha consegnato la notizia e la parole per spiegarla. Una lunga intervista in cui racconta come è maturata la decisione di lasciare il Consiglio Nazionale dopo 18 anni, in cui ripercorre la sua carriera politica e dà qualche consiglio al suo successore Giovanni Merlini.

Grazie alla redazione di OL, vi proponiamo ampi stralci delle dichiarazioni di Pelli, a cominciare da quelle sulla decisione di abbandonare la carica di deputato federale. 

"Darò una mano a Lugano"

"La mia decisione - spiega il Consigliere Nazionale - è maturata in tempi lunghi, non mi provoca emozioni particolari, anche se cambierà profondamente la mia vita di tutti i giorni. Evidentemente chiude la mia carriera politica, ma mi permette di ricuperare il ruolo di militante dei valori liberali radicali, spesso sacrificato alle funzioni che ho esercitato. Mi rallegro di questa libertà e anche di potere ritornare a breve a Lugano, nella mia città, dove cercherò di dare una mano, modesta e secondaria, a chi lotta affinché non perda quella capacità di vedere in avanti, di progettare e di investire che era tipica delle amministrazioni liberali e che non mi sembra essere più garantita".

"Farò il nonno e l'avvocato"

E finita la carriera politica cosa farò Fulvio Pelli? "Farò un po’ di più il nonno - risponde - che è una bella attività ma chiede tempo; viaggerò certo di più, ma con mia moglie e con gli amici, non per andare a Berna; avrò sempre la mia bicicletta per pedalare e pensare, ma non più ai prossimi discorsi. Manterrò i miei mandati professionali nella Banca dello Stato, nella Mobiliare Svizzera e nelle cliniche Sant’Anna e Ars Medica e ritornerò a fare “quasi” a tempo pieno il mio mestiere di avvocato, che mi è sempre piaciuto e mi ha garantito per decenni soddisfazioni e indipendenza".

"La politica comunale e quella federale"

Una vita in politica, con cariche ai massimi livelli nei vari legislativi, e all'interno del PLR. Cosa gli è piaciuto di più: "La politica più bella - dice Pelli - è quella che si fa a livello comunale, se si è in un comune che può permettersi progetti e investimenti come era il caso di Lugano negli anni ’80, quando ero in Consiglio comunale. Il vantaggio è che si decide e si vedono i risultati delle decisioni in tempi relativamente brevi, per cui si può misurare se si è agito bene o male. Ma la politica federale è di un altro livello: gran parte delle decisioni politiche che influenzano la vita dei cittadini si prendono a Berna. Sono decisioni più difficili, anche da spiegare alla popolazione, perché devono tenere conto del fatto che i risultati non arrivano mai a breve termine. Ma il bello della nostra democrazia è che affida responsabilità importanti proprio alla popolazione, che quindi è stimolata all’approfondimento. La sfida federale è stata appassionante e mi ha permesso, anche grazie alla carica di presidente dei liberali radicali, di conoscere tutta la Svizzera, di approfondirne i valori condivisi, ma anche le paure e le conseguenti esitazioni e quindi di poter affrontare i processi decisionali da una posizione privilegiata ed influente, a stretto contatto con gli esecutivi".

"Io in Consiglio Federale? Ci ho provato solo nel 2003"

Fulvio Pelli è stato il ticinese con più possibilità di entrare in Consiglio Federale. L'ultima volta che il suo nome venne speso con forza per entrare in Governo, fu per la successione di Pascal Couchepinnel 2009. Ma per Pelli l'unica concreta possibilità avvenne sei anni prima: "Un serio tentativo di diventare Consigliere Federale - racconta - l’ho fatto nel 2003. Ma voleva una candidatura femminile accanto a quella di Hans-Rudolf Merz, per cui sono uscito di sce-na senza troppi rimpianti e ho affrontato l’altra sfida: quella della presidenza nazionale. In quel momento ho sostanzialmente rinunciato all’esecutivo, anche se non molti se ne sono accorti e hanno sperato in altre occasioni".

"Bravo a sfruttare gli errori degli altri e a fare politica solo per passione"

Nel chiacchierata con Opinione Liberale, Pelli quelli che secondo lui sono state le sue migliori qualità come politico: "Io - spiega -sono un tipo tenace, che non molla mai. E so rilanciare anche quando non sembra più possibile. I miei successi sono sempre stati costruiti adagio e con pazienza, poiché non ho mai posseduto grandi doti mediatiche o carismatiche. L’esperienza mi ha fatto conoscere i politici, le loro qualità e le loro debolezze: da qui una certa capacità di prevedere i loro comportamenti in momenti di tensione. Mi hanno definito bizantino, machiavellico o più cortesemente buon stratega: di fatto è invece solo capacità di sfruttare le occasioni grazie agli errori degli altri. Ma la mia “carriera” è anche stata la conseguenza di avere fatto politica solo per passione. Un presidente non deve mai essere in competizione con nessuno
sione e convinzione, con impegno e sacrificio, senza mai chiedere o cercare compensazioni politiche o materiali. Ho per decenni evitato di cadere in situazioni di conflitto di interesse, rinunciando a molte offerte. Una condizione che non tutti sanno accettare, che mi ha però garantito la stima e il rispetto anche degli avversari".

"I miei consigli a Giovanni Merlini"

Infine, una serie di consigli al suo successore al Nazionale: "Giovanni Merlini è un politico di valore, che ha l’intelligenza e le qualità per essere un ottimo consigliere nazionale. Non ha bisogno dei miei consigli. Ma si sente sempre bisogno di darne, anche se non richiesti. Quindi non mi sottraggo alla regola: all’inizio di ogni carriera si è degli apprendisti. Inizi osservando e ascoltando e cerchi di legare e guadagnare il rispetto degli altri membri del gruppo parlamentare. E’ tutta gente che ha fatto la gavetta e che ha del potenziale. Usi di più il tedesco del francese, ma senza dimenticare l’italiano (e il romancio) e i loro diritti. E non impari dai populisti a dire sempre e solo quello che la gente vorrebbe sentire: i peggiori “amici” sono quelli che non ti dicono la verità, ma quello che vuoi sentire. Noi liberali radicali non siamo di quella razza".

Resta connesso con Liberatv.ch: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
In Vetrina

EVENTI, CULTURA, TERRITORIO

La camelia Hermann Hesse vincitrice indiscussa di "Camelie Locarno"

06 MAGGIO 2025
BANCASTATO

Michele Andina al timone dell'Area Retail e Aziendale di BancaStato

06 MAGGIO 2025
ABITARE

Gehri Rivestimenti, dove la materia prende parola

02 MAGGIO 2025
EVENTI, CULTURA, TERRITORIO

Gardi Hutter e Arturo Brachetti al LAC

01 MAGGIO 2025
LETTURE

Mariella Mulattieri-Binetti: “Il re dal lobo spezzato”. La malattia come opportunità di crescita

01 MAGGIO 2025
EVENTI, CULTURA, TERRITORIO

Fondazione Matasci per l'Arte, "Elisabetta Bursch e l’armonia dei contrari"

22 APRILE 2025
LiberaTV+

CRONACA

Tre domande a Don Feliciani: "Perché lascio la mia Chiasso. E la veglia LGBT in chiesa"

03 MAGGIO 2025
SECONDO ME

Sergio Morisoli: "Di un primo maggio particolare"

01 MAGGIO 2025
ENIGMA

Cento giorni al 100% Trump

04 MAGGIO 2025