"Ora son tutti professori, ma il Consiglio comunale votava senza fare un cip"
LUGANO - Nel dibattito sull’emergenza finanziaria di Lugano scende in campo oggi l’ex responsabile del Dicastero finanze, Erasmo Pelli. Dopo l’analisi proposta sabato da liberatv, che ha messo in rilievo la drammatica cifra con cui la Città si trova confrontata (quasi un miliardo di debiti, circa la metà del debito pubblico del Cantone, che però ha un budget di sei/sette volte superiore a quello di Lugano), domenica sul Mattino la Lega ha ributtato la palla nel campo del PLR: erano loro il partito di maggioranza relativa e non è colpa della Lega se Lugano si trova in questa situazione (leggi gli articoli correlati).
“Tutto quello che abbiamo fatto è stato a beneficio della Città, a partire dall’abbassamento del moltiplicatore per continuare con l’eccellenza dei servizi”, premette Pelli. L’ex vicesindaco PLR parla della drammatica situazione di Lugano in una lunga intervista al Corriere del Ticino. Difende alcune scelte del precedente Municipio e ne critica altre.
“Non è vero - dice Pelli al Corriere - , come dicono quelli che adesso sono professori e indovini, che la crisi ci fosse già dal 2006 o 2007. Abbiamo sempre avuto degli avanzi d’esercizio e l’ultimo abbassamento di moltiplicatore, da 72,5 a 70%, è stato deciso nel 2011 addirittura retroattivo al 2010: questo significa che la situazione non era tragica, a meno che fossimo tutti degli incoscienti. L’errore – e qui faccio il ‘mea culpa’ – è che quando ci sono stati avanzi d’esercizio, abbiamo abbassato il moltiplicatore”.
Il sentore della crisi finanziaria, secondo Pelli è stato percepito all’inizio del 2012. “Di solito ‘sbagliavamo’ i Preventivi per eccesso di prudenza: nel 2012 però ci siamo accorti che le sopravvenienze d’imposta che avevamo preventivato non si realizzavano e che i famosi 52 milioni ipotizzati sarebbero stati di meno. Oltre tutto il grosso problema era che gli investimenti che fino ad allora erano stati abbastanza blandi, sui 40-45 milioni, a giugno avevano già raggiunto un livello preoccupante: infatti a fine anno abbiamo toccato gli 82 milioni di investimenti netti”.
Pelli spiega che il crollo del gettito della persone giuridiche, banche in particolare, era stato calcolato. E che fino al 2010/2011 Lugano “galleggiava” grazie alle sopravvenienze fiscali. Ma che è stato il “calo massiccio e improvviso del gettito delle persone fisiche a giungere di sorpresa”.
Tra i fattori che hanno inciso maggiormente nel creare il dissesto finanziario, l’ex vicesindaco cita “le aggregazioni, che hanno portato diverse conseguenze: personale nuovo e aumento abnorme delle spese; abbassamento dei moltiplicatori – penso a Cadro che dall’89 ha deciso di scendere al 70% quando non era ancora aggregato. – con conseguenti disavanzi: investimenti previsti, 91 milioni solo nell’ultima tornata. Per non parlare del fatto che la maggior parte dei comuni aggregati aveva già una tassa sul sacco che ora non ha più. Forse dico una bestemmia ma visto come si mettevano le cose l’ultima tornata di aggregazioni si poteva bloccare”.
I campanelli d’allarme erano stati suonati, ma “in Municipio trovavo un muro di gomma di fronte alle cose che dicevo. Ci sono stati effettivamente molti elementi che facevano pensare a una situazione difficile e che abbiamo spesso illustrato. Non mi salvo solo per aver detto come stavano le cose, bisognava forse anche farle, picchiare i pugni sul tavolo. Ma a picchiare i pugni, invece, erano quelli che dicevano “no, no, questo non si fa, quest’altro nemmeno”. La parola risparmio non era ben recepita”.
E nell'intervista al Corriere del Ticino aggiunge: “Succedeva che quanto si constava la diminuzione delle entrate fiscali, Giuliano Bignasca diceva che era solo perché il Cantone era in ritardo con le notifiche”.
Sul moltiplicatore, tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012, in piena campagna elettorale, ricorda: “io avevo proposto 5 punti in più che avrebbero significato 13-14 milioni…”.
“Ma la situazione elettorale ha sconvolto tutto. Il Consiglio comunale ha deciso sull’asse tra Lega e PLR, con il sindaco che ne ha fatto una questione di principio. Per non parlare del fatto che il Consiglio comunale ha sempre votato gli investimenti senza fare un “cip”. Adesso, col senno di poi, sono tutti professori”.
Erasmo Pelli consiglia per Lugano una cura da cavallo, con una diminuzione di tutti i costi possibili e immaginabili: personale, servizi, eccetera, e un aumento delle entrate facendo leva sul moltiplicatore d’imposta. Negli anni scorsi, dice, sono state fatte buone cose ma si è speso troppo, “si è esagerato”.
E all’ultima domanda (se Bignasca non fosse morto e Giorgio Giudici fosse rimasto sindaco?) risponde: “Sarebbe stato veramente duro inventarsi qualcosa per far capire che bisognava rivoltare il calzino”.
emmebi