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14.09.2015 - 16:450
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Siluri socialisti contro la Polizia di Locarno: "Il Municipio ha autorizzato quei 15 agenti a partecipare al processo ai colleghi? Perchè il condannato, recidivo, non è stato trasferito?"

"È possibile lasciare circolare armata una persona che si dimostra allergica alle regole?"

LOCARNO – Il gruppo socialista in Consiglio comunale a Locarno lancia un siluro contro la Polizia e con un'interpellanza chiede spiegazioni al Municipio sulla presenza di diversi agenti della comunale al processo celebrato il 2 settembre alla Pretura penale di Bellinzona. Processo conclusosi con  la condanna di due agenti per  abuso di autorità.
“Questo – scrive Pier Mellini a nome del gruppo PS - non è che l’ultimo capitolo di una serie di azioni perlomeno poco chiare che gli stessi agenti coinvolti nel processo hanno sulle loro spalle. In effetti l’agente più anziano già nel 2010, e più precisamente il 30 maggio, si era reso protagonista di un controllo ritenuto eccessivo nei toni minacciosi e nei contenuti di stampo xenofobo nei confronti di tre cittadini di nazionalità macedone sfociato in una lettera di protesta indirizzato al comando della polizia Comunale con copia all’allora Sindaco Carla Speziali e al Municipio tutto. Allora nessuno si degnò di dare una risposta a questa sollecitazione e questo è da ritenersi inaccettabile!”.

In considerazione della gravità delle accuse e dei pesanti indizi che pesavano sugli agenti, si legge ancora nell’interrogazione, “il Municipio aveva a suo tempo ritenuto correttamente di sospenderli dal servizio esterno. Ciononostante, una quindicina di agenti comunali, guidati dal vice-comandante, in carica da pochi mesi, Simone Terribilini, ha deciso di partecipare, in versione quasi ufficiale, alle due sedute del processo in segno di solidarietà nei confronti dei due colleghi e con l’intento, espresso a chiare lettere durante l’udienza dall’avvocato difensore, di rivendicare la legittimità dei comportamenti e dei metodi oggetti del rinvio a giudizio”.
Seguono le domande:

1.Il Municipio era stato informato della data in cui era stato previsto il processo? 

2.Ha condiviso e autorizzato questa presenza massiccia di agenti al processo di Bellinzona? 

3.Gli agenti che hanno effettuato la trasferta si trovavano in servizio oppure lo hanno intrapresa nel loro tempo libero? 

4.Chi si è assunto la direzione del comando presso la centrale mentre il vice comandante si trovava per due mattinate nell’aula della Pretura penale di Bellinzona e il comandante in capo era assente per vacanze?
Ricordiamo che uno dei due agenti condannati, il più giovane, è stato assunto dalla Polizia comunale grazie al fatto che il Comandante aveva scordato di notificare al Municipio i suoi precedenti penali e che in due occasioni è stato inquisito per abuso di autorità. In un caso, la sua condanna è passata in giudicato e iscritta nel casellario. In considerazione del terzo rinvio a giudizio, quello che ha portato alla recente condanna, il Municipio, oltre averlo sospeso dal servizio esterno, ha prolungato a titolo cautelativo il suo periodo di prova.
In occasione del recente processo, alla fine del dibattimento, questo agente si è permesso, rivolgendosi al giudice, di dire che lui “non avrebbe accettato nessuna condanna”. 
Nel commento alla sentenza, il giudice non ha potuto fare a meno di rilevare la mancanza di qualsiasi ravvedimento da parte dell’imputato.

5.Come giudica il Municipio le esternazioni arroganti fatte davanti alla Corte penale dall’agente tutt’ora in prova presso la Polcom cittadina?

6.È possibile lasciare circolare armata una persona che si dimostra allergica alle regole e inadeguata a gestire con equilibrio l’ordine pubblico? 

7.In ragione del suo statuto di prova, il Municipio non ritiene che esistano già sin d’ora i presupposti per toglierlo dal corpo di polizia?

 

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