BELLINZONA – Nelle sue vene scorre anche sangue francese. Suo nonno infatti era alsaziano. Ed è un innamorato della Francia, Paese che conosce fin nel profondo delle viscere. Anche nel calcio tifa per la nazionale dei Galletti. E ieri sera, proprio come un francese, è rimasto incollato alla tv per seguire i risultati delle elezioni regionali. Ha vissuto insomma in diretta la vittoria di Marine Le Pen e del suo Front National. E un po' come tutte le persone di centrosinistra in Europa oggi riflette sulla clamorosa avanzata della destra e sulla conseguente sconfitta dei socialisti e dei gollisti guidati dall'ex presidente Nicolas Sarkozy.Jacques Ducry non è sorpreso della vittoria di Le Pen ma dalle proporzioni del successo. "I sondaggi – dice - prevedevano che il Front National avrebbe fatto un ottimo risultato ma non in questa misura. Si tratta certo di un dato molto preoccupante per il centrosinistra europeo e che deve farci riflettere a fondo".Per il Gran Consigliere indipendente eletto sulle liste del PS, tra le cause del successo lepenista non ci sono i recenti attentati di Parigi: "Un po' hanno inciso - afferma – ma non così tanto". Il fattore principale, sostiene, è da ricercarsi nella crisi sociale. "Ho analizzato i dati anche di molti comuni che conosco bene ed è evidente che c'è un popolo della sinistra disperato che si è spostato completamente a destra, facendo il salto dai comunisti a Le Pen senza neanche passare per Sarkozy. È un fenomeno a cui assistiamo un po' in tutta Europa. Fa pensare un po' alla crisi degli anni '20 e all'avvento del fascismo e del nazional socialismo. Faccio questo parallelino, lo sottolineo, senza voler assolutamente paragonare Marine Le Pen ai fascisti e ai nazisti e a quanto hanno fatto con le camere a gas, tanto per essere chiari. Dico solo che la situazione economica e parte del pensiero politico - vale a dire la somma di nazionalismo, attenzione alla socialità, Stato forte, e chiusura verso gli stranieri - lega le ricette della destra di oggi e di quella di allora. Non scordiamoci che Mussolini e il fascismo nascono dal partito socialsita. E quanto al nazional socialismo sta nella definizione stessa la somma di due fattori che citavo poc'anzi". Perché la sinistra perde? "Perché – risponde Ducry – manca a livello emotivo. E questo accade anche in Svizzera e in Ticino. Quanti elettori di sinistra sono passati di là anche dalle nostre parti? Tantissimi… Le ricette ci sono nel nostro campo ma non riescono a passare nell'elettorato, proprio a causa dell'assoluta mancanza di emotività ed empatia. E poi vi sono sempre troppe tensioni interne, troppi carierismi, troppa frammentazione. Detto questo credo che i socialisti in Francia sono riusciti a limitare le perdite. Valls è un drago e grazie a lui si è evitata la catastrofe completa". Catastrofica, invece, secondo Ducry la scelta del partito socialista di ritirare alcuni candidati al ballottaggio per tentare di sbarrare la strada al successo di Le Pen favorendo il male minore Sarkozy: "Una follia! Prima di tutto perché non si possono far alleare Abele e Caino. I socialisti e i sarkozisti hanno politiche completamente diverse e questo genere di alleanze finiscono solo per confondere ancora di più l'elettorato. E poi non bisogna dimenticarsi un altro fattore importante, secondo me decisivo: non andare al ballottaggio significa essere completamente esclusi per sei anni dai legislativi. Che senso ha? Meglio entrare con uno sparuto gruppo di deputati e fare opposizione piuttosto che scomparire. Se Le Pen vince, e in alcune regioni di certo vincerà, desistenza o non desistenza, allora che governi e dimostri di saperlo fare. Con un'opposizione però, che possa garantire ed essere punto di riferimento per gli elettori che non si riconoscono nel Front National, specie i più deboli e indifesi. Meglio morire sul campo che questa resa incondizionata e umiliante". Alla luce di queste elezioni Le Pen può farcela davvero a diventare presidente? "La presidenza si farà fuori tra Le Pen, Sarkozy o, come spero, un altro esponente dei gollisti, come ad esempio Juppé, che avrebbe più possibilità dell'ex presidente dopo la batosta di ieri. Hollande spero che non si ripresenti. Lo aveva detto lui stesso: "Se non scende la disoccupazione, lascio". La disoccupazione non è scesa e sei fossi un suo amico gli consiglierei di essere conseguente con quanto affermato. In ogni caso, con l'attuale sistema elettorale, non credo che Marine Le Pen diventerà presidente anche se ci potrebbe andar vicina. Penso che al ballottaggio vincerebbe comunque il candidato sarkozista". Ma lei tra un eventuale sfida tra Le Pen e Sarko chi voterebbe? "Dovrebbero darmi una botta in testa e trascinarmi al seggio e forse a quel punto voterei Sarkozy…", risponde Ducry. E se invece vincesse Le Pen cosa accadrebbe? "Se mantiene fede a quanto promesso, e credo lo farebbe, assisteremmo alla catastrofe del Continente. La fine dell'Europa".Riconosce qualche merito alla presidente del Front National? "No, lei non ha fatto assolutamente niente, perché non è ancora stata al Governo e ricordo che ha appena 2 deputati su 577. Il suo successo è tutto nel nostro demerito".