BELLINZONA - Lara Filippini sì, Gianmaria Frapolli no. Il deputato leghista ha deciso di non sporgere denuncia contro la collega del PS Lisa Bosia Mirra per il "caso firme". La deputata socialista, ricordiamo, aveva pubblicato su Facebook la foto di un atto parlamentare con le firme autografe dei deputati che l'avevano sottoscritto. L'interrogazione, il cui primo firmatario è proprio Frapolli, chiede che sia introdotto un corso di cittadinanza obbligatorio per i candidati alla naturalizzazione. Lara Filippini ha ritenuto di rivolgersi al Ministero Pubblico perché, secondo la sua valutazione, la diffusione sul web di firme autografe di deputati rappresenta una violazione della privacy. In sostanza il rischio è che qualcuno le copi e le utilizzi. La capogruppo PS Pelin Kandemir Bordoli si è immediatamente scusata con i deputati coinvolti per il gesto di Bosia Mirra. E nel frattempo anche il partito ha preso pubblicamente le distanze dalla sua deputata. Ma torniamo a Frapolli: "I fatti accaduti in Gran Consiglio lo scorso mercoledì - scrive il leghista in una breve nota - non devono succedere in un parlamento, soprattutto da deputati che hanno come mandato la difesa degli interessi di tutto il Cantone. L’aver pubblicato delle firme su facebook e soprattutto aver fatto dei commenti fuori luogo su colleghi non è esempio di collegialità. Non per questo, però, dobbiamo abbassarci tutti allo stesso livello. L’elettorato e lo stesso gruppo PS hanno capito che questo modo di fare è assolutamente fuori luogo, e credo questa sia la testimonianza migliore per far ragionare chi compie simili gesti"."I politici, compreso il sottoscritto - scrive ancora Frapolli - devono pensare alle soluzioni per il Canton Ticino e per la sua gente, non perdere tempo a litigare tra di noi. Per questo motivo non intendo sporgere denuncia contro Lisa Bosia Mirra, ma certamente la invito a riflettere nuovamente sulle conseguenze che simili gesti possono portare".