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20.01.2016 - 10:360
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Bertoli: "Adesione o bilaterali con l'Unione Europea: per la Svizzera e per il Ticino non c'è altra strada. Dietro gli slogan della Lega non c'è una visione"

Il ministro PS pubblica un documento di 25 pagine in cui dice la sua su temi e sfide cruciali per il nostro Cantone. Un documento ricco di riflessioni, analisi e proposte: "La scelta a favore dell’integrazione europea non può più essere rimandata"

BELLINZONA – Venticinque pagine fitte fitte. Venticinque pagine di riflessioni politiche, analisi e proposte. Venticinque pagine in cui Manuele Bertoli dice la sua su temi e sfide cruciali per il nostro Cantone. Il documento, intitolato "Contributo al dibattito politico", è stato pubblicato ieri sera sul sito del Consigliere di Stato socialista. Con questa premessa: "In occasione del Congresso ordinario del PS di sabato 23 gennaio, ma soprattutto perché una nuova legislatura piuttosto difficile è partita da meno di un anno, ho ritenuto utile raccogliere in un testo riferito al momento che stiamo vivendo. Spero possano essere utili al dibattito politico generale ticinese, a volte preso da mille dettagli non sempre significativi, almeno dal mio punto di vista".

Il "dossier Bertoli" è diviso in tre capitoli ("Il Ticino e la questione europea", "Il Ticino e il suo sviluppo futuro", "La comunità ticinese") preceduti da un'introduzione intitolata "Visioni e azioni per andare oltre la cortina della propaganda". Naturalmente è impossibile qui avere la pretesa di riassumere con precisione il pensiero del ministro socialista. Sarebbe anche ingiusto farlo considerato la mole che certamente ha richiesto questo lavoro. Ci limiteremo dunque ad alcuni estratti, estrapolati dal più ampio contesto, che ci sono parsi significativi, invitando i lettori interessati a leggere la versione integrale cliccando qui.

"Adesione o bilaterali l'unica strada ragionevole"

"La sola strada ragionevole per evitare di ritrovarci i ponti tagliati con il mondo, per non chiuderci socialmente e culturalmente, per mantenere aperte le relazioni con i nostri mercati naturali, la sola strada possibile per uno sviluppo effettivo del nostro Cantone che per questo obiettivo ha e avrà ancor più in futuro bisogno di connessioni stabili con quel che sta fuori dal nostro territorio, rimane quella dell’adesione all’Unione europea o dei trattati bilaterali con essa, ambedue accompagnate da vigorose riforme interne con obiettivi sociali inerenti al mercato del lavoro e al mercato dell’alloggio

"Superare l'indecoroso atteggiamento ostile verso l'Italia"

"Un Ticino che intenda puntare sulle eccellenze deve necessariamente anche saper superare l’atteggiamento indecorosamente ostile verso tutto quel che proviene dall’Italia, che in questi ultimi anni invece di attenuarsi sembra essersi addirittura accentuato. In alcuni frangenti questo clima, benché creatosi attorno a fenomeni sociali forieri di elementi anche problematici, ha raggiunto livelli parossistici, trasformando a tratti la nostra realtà in una caricatura, nell’immagine di un Cantone piccolo, impaurito, smarrito, ripiegato su sé stesso, senza alcuna fiducia nei propri mezzi e con grande nostalgia verso le rendite di posizione del passato. E’ importante a questo stadio ribadire con forza che le relazioni con l’Unione europea devono essere accompagnate da riforme interne sul mercato del lavoro e sul mercato dell’alloggio incisive e coraggiose, atte a ridurre gli effetti non voluti della libera circolazione delle persone".

"Vogliamo un'altra Europa ma la scelta dell'integrazione non può più essere rimandata"

"Ovviamente l’Europa che i socialisti desiderano è diversa da quella attuale, ma la giusta battaglia per una sua impostazione corretta, da fare con tutta la sinistra europea, non va confusa con quella a favore o contro l’esistenza dell’Unione europea come tale, a favore o contro la partecipazione della Svizzera a questo progetto, perché l’alternativa di un’Europa politicamente 28 Le norme di diritto civile inerenti al contratto di lavoro e al contratto di locazione sono di esclusiva competenza federale. I tentativi fatti a livello dei Cantoni, per esempio per l’introduzione di salari minimi, hanno uno spazio d’azione per ora molto stretto da arrischiare fortemente di non produrre effetti concreti . (...) La scelta a favore dell’integrazione europea non è facile, perché comporta anche rischi e problemi, ma non può più essere rimandata".

"Lo Stato scelga le aziende utili al territorio"

"La ristrutturazione della distribuzione per rami economici dell’industria va collegata con l’intervento pubblico nella proprietà di parte delle zone economicamente interessanti. Solo attraverso le prerogative date dal diritto di proprietà sul terreno è possibile agire liberamente scegliendo le aziende utili al territorio cantonale, al suo tessuto economico, ai servizi utili alle imprese, al suo mercato del lavoro, limitando così l’uso di territorio prezioso da parte di aziende che non apportano gran cosa al Ticino nel suo assieme. L’acquisto del territorio d’importanza strategica da parte dello Stato o di enti misti comunque a forte presenza pubblica propone certamente un cambiamento di paradigma rispetto a quanto fatto finora, propugnando una politica interventista, molto diversa da quelle attuali basate essenzialmente sugli strumenti della pianificazione del territorio, ma che considera adeguatamente la risorsa territoriale come elemento strategico per un Cantone piccolo, dagli spazi limitati e dalla forte attrattiva economica come il nostro". 

"Dietro gli slogan della Lega non c'è una visione"

"Per un cambio di passo è necessario uno scossone politico che può venire soltanto dal popolo. Se le elezioni del 2011 e del 2015 hanno arriso alla Lega dei ticinesi, che in mezzo a mille incoerenze ha saputo dare a molti elettori l’illusione dirappresentare un cambiamento nel segno di una maggiore attenzione al Ticino e ai ticinesi, la falsità di questo preteso cambiamento prima o poi si manifesterà, perché dietro agli slogan non c’è e non c’è mai stato un progetto politico coerente, una visione, un indirizzo politico definito".

"In democrazia ogni popolo ha la classe politica che si merita"

"In democrazia ogni popolo ha la classe politica che si merita. Fino a quando il popolo sosterrà le forze impegnate nella comunicazione più che nell’azione concreta, questa confusione continuerà ad accompagnarci, rappresentando anche un ostacolo ai cambiamenti effettivamente necessari. Ma se, come spero, nei prossimi anni i segnali saranno di altro tipo, allora sarà possibile riprendere la strada delle modernizzazioni nel solco delle vere tradizioni del nostro Cantone che, come già detto, comprendono la capacità di affrontare le sfide e le difficoltà con spirito di adattamento, voglia di fare e competenza".

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