È morto Bernardo Provenzano. Il vecchio boss corleonese si è spento dopo una lunga malattia. Da dieci anni era detenuto. Non si è mai pentito: se ne va con i suoi segreti
Da tempo, ormai, il vecchio boss Corleonese versava in gravissime condizioni di salute, tanto che era ridotto in stato vegetativo. Incapace di intendere e di volere, anche per la Direzione distrettuale anti mafia. Nonostante ciò non gli è mai stato revocato il 41 bis, il carcere duro a cui sono sottoposti in Italia i mafiosi
MILANO - È morto Bernardo Provenzano. L'ex capo di Cosa Nostra si è spento all'ospedale San Paolo di Milano. Provenzano, 83 anni, era detenuto da 10 anni dopo essere stato arrestato nel celebre blitz di Montagna dei Cavalli a Corleone. Le forze dell'ordine lo avevano scovato in un casolare mettendo fine a una latitanza durata 43 anni.
Da tempo, ormai, il vecchio boss Corleonese versava in gravissime condizioni di salute, tanto che era ridotto in stato vegetativo. Incapace di intendere e di volere, anche per la Direzione distrettuale anti mafia. Nonostante ciò non gli è mai stato revocato il 41 bis, il carcere duro a cui sono sottoposti in Italia i mafiosi.
Con la morte di Provenzano se ne va l'ultimo capo, in ordine di tempo, della mafia Corleonese e di tutta Cosa Nostra. A più riprese è sembrato che Provenzano fosse disposto a collaborare con la giustizia, ma per varie circostanze, alcune avvolte nel mistero, non si è mai pentito.
È ancora vivo, invece, quello che per molti anni è stato il leader incontrastato della Mafia, e di cui Provenzano è stato il braccio destro per una vita. Dopo 23 anni al 41 bis Totò Riina è ancora lì. È sopravvissuto anche al compare con cui aveva condiviso dalla giovinezza tutta la sua storia criminale. Quel compare che dopo le stragi del 1992 probabilmente lo aveva consegnato allo Stato per mettere fine alla strategia stragista che aveva dilaniato tanto l'Italia quanto Cosa Nostra. Ma alla fine con certezza non lo sapremo mai.