D’Alessandro è un tipo sanguigno quando scrive su Facebook. Il 10 aprile aveva attaccato duramente il direttore del Corriere del Ticino, Fabio Pontiggia per un suo commento in occasione della morte di Umberto Eco: “Il direttore del quotidiano principale della Svizzera Italiana, Fabio Pontiggia, ha scritto in occasione della scomparsa di Umberto Eco che si trattava di un "cattivo maestro", perché negli anni '70 firmava appelli per la democrazia nella stampa, in difesa di Pietro Valpreda, contro i servizi segreti deviati e alleati dei neofascisti, per rendere giustizia alla famiglia di Giuseppe "Pino" Pinelli, contro le bombe della "strategia della tensione". Bravo Pontiggia: in un colpo solo ci ricorda molte verità. 1. Che il "Corriere del Ticino" ha un direttore che per anni ha fatto il portaborse della ex ministra Marina Masoni, la cui politica di sintetizzava nell'essere la Robin Hood al contrario: togliere ai poveri per dare ai ricchi. 2. Che non è un rebus capire a chi piaccia tanto la direzione Pontiggia. 3. Che i gazzettieri di provincia non sanno nulla dell'Italia anni '70 ma sanno solo ripetere stolti ritornelli da "maggioranza silenziosa" che un maestro come Montanelli (lui si un vero giornalista) pur destrorso almeno scriveva con ben altro stile e che non era capace di simili bassezze. 4. Che uno schiavetto del gruppo di padroni di Lugano - nomi illustri come la famiglia Masoni e l'ex sindaco Giorgio Giudici (l'Andreotti ticinese, sindaco di Lugano per oltre 30 anni)?, CL e i massoni della loggia Il Dovere di via Pretorio - che dunque un tale illustre "giornalista" accusi Eco di essere stato un "cattivo maestro" é davvero come il volo di una mosca della cacca ai piedi della statua di un grande studioso, saggista, erudito, scrittore, illuminista, d'impareggiabile ironia e humour. E il succo di questa piccola storia ignobile (per citare Claudio Lolli) è che nessuno in Italia si é accorto dell'articolo. Semplicemente perché nessuno sa chi minchia siano Fabio Pontiggia e "Il Corriere del Ticino". Certi moscerini se lo sognano uno come Umberto Eco”.