© Ti-Press / Gabriele Putzu
ULTIME NOTIZIE News
Politica e Potere
20.09.2016 - 10:090
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Quadri: "Armi a domicilio: no ai Diktat dell'UE. Usano il terrorismo come" facile pretesto per disarmare i cittadini onesti"

Interpellanza al Consiglio Federale: "Bruxelles vorrebben imporre, tramite i trattati di Schengen, pesanti limitazioni alla detenzione di armi da parte dei cittadini. Cosa vuol fare il Governo per tutelare i cittadini svizzeri?"

di Lorenzo Quadri*
 
 
Per contrastare gli attentati degli estremisti islamici, Bruxelles vorrebbe come noto imporre, tramite i trattati di Schengen, pesanti limitazioni alla detenzione di armi da parte dei cittadini.

 
Si tratta di un evidente  e facile pretesto per disarmare i cittadini onesti, dal momento che i terroristi islamici – così come i delinquenti in generale - acquistano le armi sul mercato nero. E i loro attentati, come ben si è visto, non vengono necessariamente messi a segno con armi da fuoco (si pensi al camion di Nizza).


Le nuove disposizioni europee, che la Svizzera sarebbe tenuta a recepire in quanto cofirmataria degli accordi di Schengen, contengono pesanti restrizioni per i possessori di armi. Si va dall’obbligo di presentare referti medici e psicologici a quello di certificare una regolare frequentazione del poligono di tiro (chi verifica?) alla prova della necessità per l’acquisto e la detenzione di armi, a test di vario tipo. Disposizioni che toccherebbero anche chi ha ereditato il fucile da caccia del nonno e lo espone sopra il caminetto. A ciò si aggiunge la tematica dei militi che hanno terminato il servizio ma scelto di mantenere l’arma.


L’ennesimo mostro burocratico “made in Bruxelles” è in aperto contrasto con le regole svizzere, confermate dal popolo nella votazione del febbraio 2011, e non solo per quel che riguarda la detenzione del fucile d’ordinanza al domicilio dei militi in servizio.


Ottenere dunque un allentamento, o un’eccezione, solo per quel che riguarda il “FASS” – che toccherebbe dunque unicamente i militi in servizio -  sarebbe del tutto insufficiente ed inaccettabile, e violerebbe la volontà popolare. Eppure sembra sia questa la direzione in cui si muove il dossier.
 
 
Domande al Consiglio Federale


- E’ intenzione del CF preservare il diritto svizzero, confermato dalla votazione popolare del febbraio 2011, in materia di detenzione di armi al domicilio?

 
- E’ in particolare intenzione del CF difendere le regole svizzere da illecite ingerenze comunitarie non solo per quel che riguarda il FASS dei militi in servizio, ma anche in campo di armi da caccia, sportive o da collezione, e dell’arma d’ordinanza dai militi che hanno terminato il servizio?


- Nel caso in cui Bruxelles rifiutasse di rispettare il diritto svizzero e la volontà dei cittadini elvetici: il CF intende comunque rimanere nello spazio Schengen, correndo dunque il rischio del ricorso ai diritti popolari per ottenere la denuncia di questi trattati?
 


*Consigliere nazionale Lega
 
Resta connesso con Liberatv.ch: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
Tags
cittadini
armi
militi
detenzione
servizio
schengen
domicilio
bruxelles
pretesto
cf
News e approfondimenti Ticino
© 2024 , All rights reserved