POLITICA E POTERE
Paolo Bernasconi su "Prima i nostri!" al Corriere della Sera: "Udc e Lega stanno tentando di scalzare le élite economiche rappresentate dai partiti storici, e allora si inventano la paura e un nemico a portata di mano: i lavoratori italiani"
L'avvocato intervistato dal quotidiano milanese: "È in atto uno scollamento tra ciò che fanno i partiti e quello che accade nel mondo dell'economia"
Foto: TiPress/Benedetto Galli
POLITICA E POTERE

"Prima i nostri!" visto dai frontalieri. "I ticinesi votano senza usare il buon senso, come sui posteggi a pagamento". "Un popolo di più facile indottrinamento non si era mai visto". "Sono gli stessi che poi vengono a far la spesa in Italia"... C'è chi pa

26 SETTEMBRE 2016
POLITICA E POTERE

"Prima i nostri!" visto dai frontalieri. "I ticinesi votano senza usare il buon senso, come sui posteggi a pagamento". "Un popolo di più facile indottrinamento non si era mai visto". "Sono gli stessi che poi vengono a far la spesa in Italia"... C'è chi pa

26 SETTEMBRE 2016
LUGANO – L’avvocato Paolo Bernasconi dice la sua su “Prima i nostri!”. Intervistato dal Corriere della Sera, afferma senza mezzi termini che dietro il risultato delle urne “c’è un problema di istruzione. Nel senso che questa gente ignora le regole basilari dell’economia”.

E aggiunge che “è in atto uno scollamento tra ciò che fanno i partiti e quello che accade nel mondo dell’economia. Le imprese ticinesi chiamano ogni giorno dall’Italia 62mila lavoratori, senza i quali il sistema manifatturiero, la sanità, il commercio chiuderebbero dalla sera alla mattina. E questi cosa fanno? Votano per rimandarli indietro. La realtà è che i frontalieri sono indispensabili alla nostra economia”.

Per Bernasconi si tratta “di una questione strettamente politica, di un gioco di potere. L’Udc e la Lega dei Ticinesi stanno tentando di scalzare le élite economiche rappresentate dai partiti storici e allora devono inventarsi qualcosa. Che cosa? La paura, la paura da scaricare su un nemico a portata di mano. E a questo scopo sono venuti buoni i lavoratori italiani”.

E conclude affermando che il voto di ieri non avrà alcuna conseguenza: “Non si riuscirà ad attuare la norma prima di tutto perché è incostituzionale, introduce delle disparità tra cittadini e fa prevalere un criterio come la residenza sul merito e le capacità, condizionando la libertà di scelta delle imprese. Ma soprattutto sarà la realtà a imporsi. Sono in contatto con numerosi Ceo di società grandi e piccole, che vivono di export. E sapete cosa mi dicono tutti? Che in Svizzera non c’è abbastanza manodopera, che abbiamo bisogno di lavoratori provenienti dall’estero (...). E noi di che cosa stiamo a discutere? Di impedire l’arrivo di persone utili alle nostre aziende...”.

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